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POTENZA – Indipendente dall’agognato aumento di produzione fino a 130mila barili al giorno. Ma neanche tanto. Dietro l’accordo per la cessione da parte dell’Eni ai comuni della Val d’Agri di oltre 5 milioni di euro di gas resta un’ambiguità irrisolta. Così il sospetto che si tratti di un rivolo delle compensazioni legate al prossimo accordo con la Regione partito in anticipo per i comuni della Valle resta tutt’altro che sopito.

C’è ancora un certo riserbo sui contenuti del patto stipulato due settimane orsono nella sede della compagnia del cane a sei zampe dal sindaco di Viggiano Giuseppe Alberti e dall’ex senatore Romualdo Coviello, tornato nel consiglio comunale del suo paese d’adozione.

Si attende infatti che nei prossimi giorni il testo passi in giunta regionale per l’approvazione. Ma da quanto si è riuscito a carpire da fonti pressoché certe oltre ai richiami ripetuti ai 104mila barili di produzione previsti nel 1998, Eni avrebbe ottenuto garanzie quantomeno sulla prosecuzione dei negoziati per un incremento. Qualcosa tipo un accordo integrativo per cui resta da definire lo strumento amministativo più adatto, che coincide con «i nuovi progetti di sviluppo» menzionati nel decreto attuativo dell’articolo 16 del dl liberalizzazioni, sottoscritto quasi incontemporanea con l’accordo tra Eni e comune di Viggiano in rappresentanza di tutti i comuni della Valle.

Così oggi da una parte c’è un decreto che prevede l’istituzione di un fondo per finanziare infrastrutture e lavoro «in ambito regionale, provinciale e locale» con le maggiori entrate tributarie attese dai «nuovi accordi di sviluppo». Per quanto inferiori alle aspettative. Dall’altro – invece – comuni Regione e paesi della Val d’Agri si stanno già attrezzando per ricevere dall’Eni una quantità considerevole di gas naturale destinato a ridurre la bolletta energetica delle utenze sui territori interessati dalle estrazioni.

Quei 45mila metri cubi di gas al giorno destinati ai comuni di Viggiano, Paterno, Tramutola, Montemurro, Marsicovetere, Marsico Nuovo, Moliterno, Grumento Nova, Sarconi e Villa d’Agri andrebbero infatti considerati né più né meno di una parte di quelli oggetto della trattativa in corso con la Regione per l’incremento della produzione giornaliera nell’ambito della concessione Val d’Agri.

Senza che con questo – però – l‘a loro’avvio della loro fornitura richieda  dalla stipula del relativo «piano di sviluppo». Nell’accordo infatti sarebbe stata introdotta una specie di clausola “anticipatoria”, che prevede che possano essere scontati anche a posteriori. D’altra parte Eni si riserva di interrompere l’erogazione nel caso in cui dovessero frapporsi ostacoli di natura amministrativa o diversa alle sue attività, incluso l’avvio di una fase di sviluppo che prevede l’incremento di produzione.

Oltre all’ok della giunta regionale perché i primi metri cubi di gas vengano destinati dove stabilito dai comuni della Val d’Agri occorrerà quindi l’approvazione di un disciplinare e ogni cinque anni le parti dovrebbero riunirsi per stabilire se rinnovare l’accordo o meno e in che termini, nel caso in cui la produzione di greggio dovesse aumentare o diminuire in maniera considerevole.

Stando a quanto stabilito al primo posto tra i beneficiari del gas restano scuole, case per anziani, ospedali e strutture di rilievo sociale per la comunità. Subito dopo vengono le imprese per cui la bolletta energetica potrebbe abbassarsi in maniera considerevole. C’è persino chi si spinge a dire che potrebbe azzerarsi. Ma per questo anche 45mila metri cubi al giorno potrebbero non essere sufficienti.

l.amato@luedi.it

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