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POTENZA – «Cherchez la femme», e magari arriva. Una donna sullo scranno più alto di Palazzo di Città. Il senatore Salvatore Margiotta (Pd) legge l’idea, ritwitta, accoglie e rilancia. Lo seguono altri esponenti democratici. Magari questa volta accade.

«L’imminenza del voto nel capoluogo», scriveva ieri il direttore del Quotidiano Lucia Serino, è una di quelle opportunità importanti. «Ci sarà una donna sulla quale vale scommettere per le prossime elezioni comunali a Potenza? Quanto siamo bravi e brave a teorizzare l’equilibrio di genere nelle istituzioni».

L’appuntamento elettorale con le amministrative della città più grande della Basilicata è un’occasione, una prova, un test per tanti. Sarebbe davvero un’impresa?

Certo, un conto è un retweet, un conto è poi farle, le cose. Il punto di partenza è il risultato delle ultime regionali che ha premiato un consiglio regionale di soli uomini. Come far cambiare le cose in città? A Potenza sono già nati due comitati che lavorano su questo fronte: la rappresentanza di genere va costruita  e praticata, dicono. Per non arrivare a lamentarsi a cose fatte. Al momento però non c’è posizione unitaria tra i vari gruppi di lavoro.

C’è poi un’altra questione, a proposito della presenza di genere nella rappresentanza istituzionale. A Potenza, come negli altri Comuni in cui si voterà per le amministrative, ci si confronterà con la doppia preferenza. Il doppio voto sarà possibile solo se uno per genere, pena l’annullamento della seconda preferenza. Resta valido il voto singolo per uno qualunque dei candidati.

La legge, entrata in vigore da alcuni mesi e applicata già alle scorse comunali, è uno dei tentativi fatti dalla politica di sopperire per via normativa al gap culturale e politico.

Nel conteggio dei voti comunque non cambia nulla. Quindi dovrà essere premura dei candidati scegliere “coppie” forti per provare a garantirsi, nel mutuo soccorso, voti ulteriori. Alcuni già stanno lavorando ai ticket. 

s.lorusso@luedi.it

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