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POTENZA – Erano a pranzo in un ristorante nelle campagne di Bertinoro, nel cesenate, sicuri che nessuno li avrebbe disturbati. Per questo il 24 novembre quando la polizia ha fatto irruzione li ha trovati ancora a tavola: il killer melfitano del maresciallo Di Resta, evaso nel 2013 dal carcere di Porto Azzurro; e Vincenzo Di Muro, compaesano, pluripregiudicato, considerato il capo indiscusso dell’omonimo clan del Vulture.
E’ caccia aperta ai fiancheggiatori della latitanza di Nicola Cassano, il 46enne condannato a 38 anni per l’omicidio del carabiniere, che il 19 settembre del 1996, a Pescara, l’aveva rintracciato con i suoi complici subito dopo la rapina a un rappresentante di gioielli.
E a giudicare dal primo nome finito sul tavolo degli investigatori lo scenario che si apre ruota attorno ai legami con i vecchi amici di Melfi e dintorni. I vincitori dalla faida coi rivali del clan Cassotta, nonostante le accuse dei pentiti, gli arresti e i processi in corso.

l.amato@luedi.it

(L’articolo completo sull’edizione acquistabile online e in edicola)

 

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