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 GIORNO migliore non poteva capitare. Il 25 aprile. Sabato, 25 aprile 2015, settantanni dalla Liberazione. Cosa sarebbe successo domani mattina a Matera? Immaginiamo un attimo il futuro prossimo da un oggi che è già eri, giusto per divertirci con le parole care di questi tempi a Matera. Col sindaco con la fascia tricolore per le celebrazioni e i commercianti del mercato (una trentina) che sai quanto si sarebbero preoccupati del fatto che Matera è la prima città del Sud che si ribellò ai nazifascisti? Ieri un giudice del Tar forse attento alla Storia ha riconosciuto che il Comune di Matera si era dato da fare e tutti i torti non aveva a sospendere il mercato difendendo la precedente decisione del trasferimento da rione San Giacomo alla zona Paip insidiata proprio dai magistrati amministrativi su ricorso degli ambulanti pugliesi. Un pasticciaccio solo a ricostruire le date. Aveva rimodulato il piano traffico, aveva tolto i cartelli della segnaletica, aveva predisposto il piano rifiuti, avvisato i residenti (e fatto anche pubblicità), spendendo soldi per sistemare il rione di partenza e quello di arrivo (750mila euro). Tutto volatilizzato in una partita di ricorsi e controricorsi, ordinanze e impugnative in un singolare scenario di tempo sospeso, pronti alla festa di sabato (domani) che si preannunciava scoppiettante sotto più punti di vista.
Ridiamoci su, tralasciando di rispondere alla domanda se sia una garanzia per noi tutti che in così poco tempo si decida una cosa e l’esatto contrario. Rispettando, come si dice in questi casi, le decisioni dei giudici.
La storia del mercato è però simbolica, da due punti di vista. Indica quanto l’azione amministrativa, nell’Italia delle leggi e dei controlli, sia oggi vincolata tra giustizia amministrativa e contabile. Qui siamo davanti a un caso che riguardava direttamente i cittadini, e dunque la pressione dell’opinione pubblica ha contribuito ad una risposta orgogliosa da parte della pubblica amministrazione. Ma quante cartelle in giacenza ci sono negli uffici pubblici, quante pratiche sospese, quanta burocrazia solerte a mettersi al riparo da responsabilità abbiamo? Quali processi governa realmente la politica e quale prateria di (in)efficienza si nasconde tra dirigenti, funzionari e amministrativi?
La seconda considerazione è relativa alla campagna elettorale in corso. A voler pensare bene dobbiamo riconoscere ai cugini di Levante che sono cocciuti commercianti come siamo abituati a considerarli. Cosa ne potevano sapere che a Matera si vota? A pensar male non ci proviamo neppure, alla malizia preferiamo la mestizia per aver perso De Gregori il 25 aprile a Matera.

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