X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

 

VIBO VALENTIA – Una domus romana in pieno centro cittadino, posta a pochi metri sotto il livello della strada ad un passo dal corso principale. Una scoperta che ha del sensazionale e che potrebbe offrire una occasione in più per creare una attraente commistione tra il moderno e l’antico con un frammento di un passato lontano 2000 anni che riaffiora tra i palazzi del centro appena giri l’angolo. Purtroppo, almeno per il momento, questo resterà solo un sogno irrealizzabile perché la scoperta appena fatta, una volta catalogata e inventariata dalla Soprintendenza sara ricoperta nuovamente per consentirne la preservazione per il futuro non essendo oggi le autorità in grado di mantenerne la conservazione a causa della carenza dei fondi. La scoperta è stata fatta in via Marco Tullio Cicerone, uno strano gioco del destino che ha portato il codificatore toponomastico a identificare quella strada che conservava un così importante tesoro storico con il nome di uno dei più importanti esponenti della Res Publica Romana. Contro la decisione di procedere ad un nuovo interramento si sono levate le proteste del locale presidente dell’Archeoclub, Anna Murmura, e dell’Italia dei Valori Calabria. In entrambi i casi si è chiesto di salvaguardare le testimonianze del passato e nel contempo farle diventare un richiamo di grande valore culturale e turistico. Nel corso degli scavi oltre ai resti della domus romana sono stati ritrovati frammenti di ceramica greca e tracce di edifici medievali a dimostrazione delle civiltà che si sono succedute nel corso dei secoli. Tanto dall’Acheoclub quanto da Idv giunge anche un attacco all’amministrazione del sindaco Nicola D’Agostino, definita insensibile difronte ad una scoperta di grande valore storico ma soprattutto archeologico in quanto testimonia la presenza romana a Vibo ma soprattutto l’evolversi del centro abitato nel corso dei secoli grazie alla presenza di sovrastrutture di epoca tardo imperiale e medioevale. Tra le proposte vi è quella dell’Idv di non seppellire i resti e mettersi stto una teca trasparente onde permetterne la visibilità ai cittadini, mentre l’Archeoclub invita a prendere atto della scoperta anche l’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, per trovare assieme una soluzione. Tra le proposte anche quella di creare un percorso di natura turistico-storica che ricomprenda anche altre evenienze del passato tra cui le mura greche, le terme romane, i resti della fornace su viale Regina Margherita, il palinsesto stratigrafico di piazza Luigi Razza, ritrovato dopo la demolizione di un palazzo, nonché altri siti archeologici come il Cofino, le chiese e alcuni palazzi del centro storico.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE