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VIBO VALENTIA – 

VIBO VALENTIA – Assenza della gravità indiziaria, nessuna condotta per come riportata in sede di indagine. Nessun maltrattamento, quindi. 

Assenza della gravità indiziaria, nessuna condotta per come riportata in sede di indagine. Nessun maltrattamento, quindi. Per il gip del Tribunale di Vibo, Gabriella Lupoli, nei confronti di Angela Francesca Battaglia non ci sono elementi per poter assolvere alla richiesta di interdizione presentata dal pm Gabriella Di Lauro.  Accolta, dunque, la tesi prospettata dall’avvocato Michele Ranieli, legale della maestra indagata – unitamente alla collega Ines Romano, attualmente ai domiciliari – nel caso dei presunti maltrattamenti agli alunni frequentanti la scuola primaria di San Costantino Calabro scoppiato lo scorso 30 maggio. Il magistrato sottolinea come dall’attenta disamina dei filmati, non emergano condotte riconducibili  nell’alveo delle accuse ascritte. Anzi, aggiunge la Lupoli, «si apprezza un contegno sovente proteso a fronteggiare una scolaresca fisiologicamente intemperante ed indisciplinata ricorrendo, occasionalmente, ora a maniere incisive, ma spesso simboliche, ora più moderate onde riportare l’ordine». In buona sostanza, Angela Francesca Battaglia faceva ricorso al suo ruolo e alle cosiddette maniere energiche, ma mai violente e gratuite, solo in circostanze eccezionali.   

E sul rapporto con il bimbo di sei anni che si era iscritto ad ottobre scorso  e che rappresenta certamente il «soggetto più indisciplinato», il gip  evidenzia come la docente ricorra sì ad azione fisiche ma «adeguate e finalizzate alla correzione, vale a dire all’educazione, del comportamento obiettivamente disciplinato, che non appaiono mai eccessive, gratuitamente mortificanti, sproporzionate, immotivate».Complessivamente, a «differenza di quanto si è osservato per la collega Romano, la relazione instaurata dalla maestra Angela (alla quale veniva contestato un solo episodio, ndr) con i suoi piccoli non appare improntata – scrive ancora il gip Lupoli – sistematicamente e immotivatamente a metodi fisicamente violenti. Prova ne sono le segnalazioni dei genitori che riguardano esclusivamente la Ines Romano»  e i giudizi più che positivi nei confronti dell’indagata sia da madri e padri che dagli stessi bambini. Nel frattempo, proseguono le indagini dei carabinieri di Pizzo, agli ordini del maresciallo Pietro Santangelo. Ieri mattina il sottufficiale  i suoi uomini si sono nuovamente recati nel plesso scolastico per porre in essere una vera e propria attività integrativa di indagine tesa a rafforzare l’impalcatura accusatoria messa in piedi dal pm Di Lauro, e già condivisa dal gip. Gli alunni oggetto delle “attenzioni” della maestra Romano sarebbero oltre 10. Nella giornata di ieri, dunque, si è proceduto all’individuazione di ogni singolo alunno ripreso nei filmati mentre viene «malmenato» dalla maestra e all’escussione a sommarie informazioni di tutti i genitori dei bimbi in questione. Genitori che avevano fatto scattare l’indagine attraverso le segnalazioni pervenute alla stazione carabinieri di Pizzo Calabro i cui uomini avevano già indagato su altri casi analoghi a Vibo e nella stessa cittadina costiera.  
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