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CATANZARO – “Equitalia” ti stava col fiato sul collo? Nessun problema! A Cosenza c’era chi risolveva tutto. Bastava mettere le mani al portafoglio e con una piccola somma di denaro si evitavano esborsi ben più esosi. Almeno questi sarebbero stati i termini della proposta ricevuta da un commerciante da parte di un ufficiale riscossore della società, finito nei guai per oltre 2000 accessi abusivi effettuati al sistema informatico in soli 6 mesi, compresi quelli finalizzati a “neutralizzare” le cartelle esattoriali del contribuente agganciato. 
Ne è convinto il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, che, ieri mattina, ha spedito i finanzieri all’indirizzo dell’ufficiale riscossore per fargli notificare un avviso di chiusura delle indagini che parla di concussione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreti d’ufficio. Ipotesi di reato contestate al cinquantasettenne di Marano Marchesato (Cs), Salvatore Brunello Porco, per avere quest’ultimo, nello specifico, tentato di modificare le cartelle esattoriali a favore del commerciante dal quale in cambio si sarebbe fatto promettere una somma pari a 1500 euro per lui e altri ratei di non precisato importo da devolvere ad altri complici interni alla società di riscossione. A supporto della richiesta si sarebbe recato presso l’attività commerciale e l’abitazione del commerciante, senza, tuttavia, riuscire a spillargli un euro. Piuttosto beccandosi una denuncia che aveva dato l’avvio alle indagini da parte delle Fiamme gialle che, per competenza, avevano poi trasmesso le carte alla Procura di Catanzaro, figurando “Equitalia” tra le parti offese. 
Nello specifico, l’impegno che l’indagato avrebbe assunto con il commerciante sarebbe stato quello di fargli ottenere la rateizzazione di un ingente debito iscritto nei ruoli dell’Ente riscossore e/o l’individuazione delle passività sulle quali era già maturata la prescrizione e/o la cancellazione o la riduzione delle somme indicate nelle cartelle esattoriali e/o la cancellazione o la riduzione delle ipoteche iscritte a carico del contribuente. E proprio a tal fine, stando sempre ai capi di imputazione formulati dal magistrato sulla scia dei complessi accertamenti tecnici portati avanti dalla Guardia di finanza, Porco si sarebbe introdotto nel sistema informatico di “Equitalia spa” protetto da misure di sicurezza, così abusando delle proprie mansioni, che consistevano nella notifica degli atti esattoriali e non prevedevano la stampa di estratti di ruolo, dunque in violazione di tutte le norme vigenti in materia, privacy compresa. 
Ecco perché, non essendogli affidata alcuna specifica attività d’ufficio, che legittimasse, direttamente o indirettamente, la consultazione dei sistemi informativi, non poteva passare inosservata l’iniziativa dell’indagato di interrogare, nei giorni dell’11 e 18 maggio 2011, le banche dati del concessionario della riscossione e di stampare gli estratti di ruolo delle cartelle esattoriali del commerciante in questione, al fine di prendere cognizione della situazione tributaria dello stesso e della moglie. Per poi mostrargli i documenti relativi alla sua posizione debitoria, dunque notizie d’ufficio, destinate come tali a restare segrete,  proprio al fine di indurlo ad affidarsi a lui per “mettere a posto” le cose. 
Da qui l’inizio dei guai per l’ufficiale che, nel complesso, dal mese di gennaio a quello di giugno del 2011, si sarebbe avventurato nel sistema informatico di Equitalia per stampare ben 2493 estratti ruolo riferibili a 174 contribuenti per finalità, in questo caso, ancora ignote. 

CATANZARO – “Equitalia” ti stava col fiato sul collo? Nessun problema! A Cosenza c’era chi risolveva tutto. Bastava mettere le mani al portafoglio e con una piccola somma di denaro si evitavano esborsi ben più esosi. Almeno questi sarebbero stati i termini della proposta ricevuta da un commerciante da parte di un ufficiale riscossore della società, finito nei guai per oltre 2000 accessi abusivi effettuati al sistema informatico in soli 6 mesi, compresi quelli finalizzati a “neutralizzare” le cartelle esattoriali del contribuente agganciato. Ne è convinto il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, che, ieri mattina, ha spedito i finanzieri all’indirizzo dell’ufficiale riscossore per fargli notificare un avviso di chiusura delle indagini che parla di concussione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreti d’ufficio. 

Ipotesi di reato contestate al cinquantasettenne di Marano Marchesato (provincia di Cosenza), Salvatore Brunello Porco, per avere quest’ultimo, nello specifico, tentato di modificare le cartelle esattoriali a favore del commerciante dal quale in cambio si sarebbe fatto promettere una somma pari a 1.500 euro per lui e altri ratei di non precisato importo da devolvere ad altri complici interni alla società di riscossione. A supporto della richiesta si sarebbe recato presso l’attività commerciale e l’abitazione del commerciante, senza, tuttavia, riuscire a spillargli un euro. Piuttosto beccandosi una denuncia che aveva dato l’avvio alle indagini da parte delle Fiamme gialle che, per competenza, avevano poi trasmesso le carte alla Procura di Catanzaro, figurando “Equitalia” tra le parti offese. 

Nello specifico, l’impegno che l’indagato avrebbe assunto con il commerciante sarebbe stato quello di fargli ottenere la rateizzazione di un ingente debito iscritto nei ruoli dell’Ente riscossore e/o l’individuazione delle passività sulle quali era già maturata la prescrizione e/o la cancellazione o la riduzione delle somme indicate nelle cartelle esattoriali e/o la cancellazione o la riduzione delle ipoteche iscritte a carico del contribuente. E proprio a tal fine, stando sempre ai capi di imputazione formulati dal magistrato sulla scia dei complessi accertamenti tecnici portati avanti dalla Guardia di finanza, Porco si sarebbe introdotto nel sistema informatico di “Equitalia spa” protetto da misure di sicurezza, così abusando delle proprie mansioni, che consistevano nella notifica degli atti esattoriali e non prevedevano la stampa di estratti di ruolo, dunque in violazione di tutte le norme vigenti in materia, privacy compresa. 

Ecco perché, non essendogli affidata alcuna specifica attività d’ufficio, che legittimasse, direttamente o indirettamente, la consultazione dei sistemi informativi, non poteva passare inosservata l’iniziativa dell’indagato di interrogare, nei giorni dell’11 e 18 maggio 2011, le banche dati del concessionario della riscossione e di stampare gli estratti di ruolo delle cartelle esattoriali del commerciante in questione, al fine di prendere cognizione della situazione tributaria dello stesso e della moglie. Per poi mostrargli i documenti relativi alla sua posizione debitoria, dunque notizie d’ufficio, destinate come tali a restare segrete,  proprio al fine di indurlo ad affidarsi a lui per “mettere a posto” le cose. Da qui l’inizio dei guai per l’ufficiale che, nel complesso, dal mese di gennaio a quello di giugno del 2011, si sarebbe avventurato nel sistema informatico di Equitalia per stampare ben 2493 estratti ruolo riferibili a 174 contribuenti per finalità, in questo caso, ancora ignote. 

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