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Lei era preoccupata dell’archiviazione delle accuse nei confronti del suo capo, e l’amico magistrato che si occupava dell’inchiesta l’ha rassicurata: «alla fine di questa settimana arriverà». Ma non sapeva di essere a sua volta sotto inchiesta da parte dei carabinieri, e adesso a causa di quella intercettazione ci sarebbe finito anche lui: il pm potentino Vincenzo Montemurro, ormai da tempo in servizio a Salerno.
E’ la notizia che rimbalza da qualche giorno su giornali e siti web campani, dopo lo scoop di Rosaria Federico per La Città di Salerno.

Due settimane fa, per la precisione il 30 giugno, il procuratore capo di Nocera Inferiore Gianfranco Izzo e il sostituto Roberto Lenza avrebbero inviato ai colleghi di Napoli, competenti per le indagini che coinvolgono magistrati salernitani, un plico con la registrazione e la trascrizione della conversazione in questione. Stesso giorno in cui sempre La Città di Salerno aveva reso noto la sua esistenza tra le carte appena depositate al Riesame, a disposizione degli avvocati di otto persone, tra funzionari dell’Inps, imprenditori e titolari di patronati, arrestati dieci giorni prima per una maxi truffa da quasi 40 milioni di euro.
Si tratta di una telefonata degli inizi dell’anno tra il direttore provinciale dell’Inps, Gabriella Zaccaria, e Vincenzo Montemurro, che avrebbe chiamato l’amica – per quanto si evince dal tono confidenziale – sua sponte. Per parlarle di una questione ben nota a entrambi, ossia l’inchiesta sui falsi invalidi condotta nel 2013 dall’antimafia di Salerno.

«Quegli atti li ho ricevuti, ora dobbiamo aspettare solo l’archiviazione». Queste sarebbero state le parole della dirigente al magistrato, che per risposta le avrebbe annunciato l’imminente provvedimento del gip.
Chiusa la telefonata la Zaccaria avrebbe chiamato subito il dirigente di coordinamento delle agenzie di Salerno dell’Inps, Pierluigi Violante, per aggiornarlo della situazione. Dato che alla fine il soggetto interessato sarebbe stato proprio lui: finito nell’elenco degli 83 indagati dell’inchiesta sui falsi invalidi del 2013.
«Montemurro oggi pomeriggio mi ha mandato il primo provvedimento nel quale c’è la richiesta di archiviazione». E’ il virgolettato riportato ancora da La Città.

Fatto sta che a distanza di 3 giorni il provvedimento annunciato dal pm sarebbe arrivato davvero, e Violante l’avrebbe comunicato alla Zaccaria: «Il mio avvocato mi ha dato il decreto di archiviazione con il timbro del gip».
Ai pm napoletani il compito di valutare eventuali profili di reato nel comportamento del collega.
Montemurro, nato a Bari nel 1963, ma potentino d’adozione è considerato un magistrato di punta dell’antimafia salernitana, ancor più dopo la partenza di Rosa Volpe, con cui divideva la delega al contrasto ai clan.
Tra le inchieste condotte negli ultimi anni la più eclatante resta quella sugli intrecci tra politica e camorra nell’agro nocerino, per cui è finito agli arresti e poi a processo anche Alberico Gambino (Fd’I-An), il due volte consigliere regionale ed ex re delle preferenze del salernitano. Gambino è stato già condannato in primo grado per violenza privata e inserito nella lista degli “impresentabili” della Commissione bicamerale antimafia per una nuova richiesta di arresto per concorso esterno in associazione mafiosa pendente in Cassazione.

A Potenza ha condotto le indagini sul superclan dei basilischi, seguendo personalmente il processo fino alle condanne di primo grado (di recente annullate dalla Cassazione con rinvio alla Corte d’appello di Potenza. Assieme al pm Henry John Woodcock ha coordinato anche l’inchiesta Iena2 sulle infiltrazioni del clan potentino capeggiato da Renato Martorano nell’economia e gli appalti della Regione Basilicata, in particolare nella sanità.

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