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ROMA – Le imprese femminili hanno un passo più veloce rispetto al totale delle imprese. Considerando il periodo giugno 2013-giugno 2012, l’esercito delle imprese in rosa è cresciuto di quasi 5 mila unità (4.878 per l’esattezza), mettendo a segno un incremento dello 0,34%, mentre le imprese nel loro complesso sono aumentate dello 0,13%. Sono gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere. Il 12% è guidato da under-35, quasi il 6% da immigrate. Molise, Abruzzo e Basilicata sono le regioni le cui attività produttive sono maggiormente tinte di rosa.

“Forse le pari opportunità non sono ancora pienamente entrate nel dizionario comune degli italiani”, sostiene il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Ma un fatto appare incontrovertibile: anche quando le condizioni del mercato non sono certo vantaggiose, la voglia di impresa delle donne non cede”.

Guardando i dati, alla fine del secondo trimestre di quest’anno, le imprese femminili iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio sono 1.429.880, il 23,6% del totale delle imprese. Quasi il 12% di esse (per complessive 171.414 unità) ha al comando giovani di meno di 35 anni.

Otto imprese guidate da donne su 100 si devono all’iniziativa di cittadine straniere. Sono infatti 114.963 le unità produttive gestite da imprenditrici di altra nazionalità, 82mila delle quali (pari al 5,76% del totale delle imprese femminili in Italia) hanno al vertice una cittadina extracomunitaria.

Nella stragrande maggioranza, tuttavia, le imprese femminili (fenomeno che possiamo considerare ancora relativamente recente, visto che l’86% di esse è stata costituita dopo il 1990), restano di piccola dimensione: quasi il 69% si aggira su un addetto (a fronte del 67% della media nazionale).

Il settore terziario continua ad attrarre fortemente l’universo femminile: 3.573 le unità in più nei servizi di alloggio e di ristorazione, 1.107 in più quelle legate al noleggio e agenzie di viaggio. Significativi i numeri anche di chi continua a scegliere il mondo dei servizi alla persona (+1.288), ma anche quelli di attività che, fino a pochi anni fa, erano appannaggio dell’universo maschile: +1.337 le imprese femminili che operano nelle attività finanziarie, assicurative e immobiliari, +1.055 il saldo delle costruzioni.

A livello territoriale, la regione più rosa si conferma anche nel secondo trimestre 2013 il Molise (dove quasi il 30% del tessuto produttivo è femminile), seguita da Abruzzo (27,8%) e Basilicata (27,7%). A livello provinciale emerge il primato di Benevento (in cui 32,3% delle imprese ha una donna al comando), seguita Avellino (32,2%), da Frosinone (30,8%) e da Isernia (poco più del 30%). Particolarmente proficuo in termini di diffusione di imprese femminili è stato l’anno tra giugno 2013-2012 per Prato (dove la variazione percentuale è stata del +2,62%), Siracusa (+2,40%), Pescara (+2,28%) e Novara (+2,22%). (ANSA)

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