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CATANZARO – Saranno i fondi del ministero dell’Ambiente, già annunciati e che saranno materialmente disponibili nei prossimi giorni, a sbloccare l’ennesima vertenza sul fronte dei rifiuti in Calabria. La soluzione è stata annunciata ieri dal commissario Vincenzo Speranza, convocato d’urgenza nella Prefettura di Catanzaro, insieme ai vertici della Daneco, per scongiurare la crisi del sistema di conferimento. Già stamani alcuni comuni sono stati dirottati di nuovo a Pianopoli ed entro un paio di giorni tutto dovrebbe rientrare nella normalità. La chiusura della discarica di Pianopoli, i disagi all’impianto di Lamezia Terme e le lunghe file davanti a quello di Alli di Catanzaro, avevano fatto scattare l’allarme. Subito raccolto da prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, che ieri ha convocato le parti. Non prima di avere compiuto personalmente un sopralluogo alla struttura di Alli, incontrando i lavoratori e recependo le loro istanze. Per l’impianto di Catanzaro, infatti, i problemi erano legati ai mancati pagamenti degli stipendi degli addetti e alle lunghe code che si erano create dopo la chiusura di Pianopoli. 

Il prefetto ha voluto esprimere il proprio ringraziamento ai lavoratori che hanno, comunque, garantito l’attività nonostante i mancati pagamenti, quindi ha deciso di convocare le parti. Al tavolo in Prefettura hanno partecipato il commissario Speranza e il management della Daneco. Pomo della discordia il mancato pagamento da parte dell’Ufficio del commissario alla società che attualmente gestisce Pianopoli, Alli e Lamezia. Un debito di poco inferiore ai 20 milioni di euro, che ha creato problemi di liquidità all’azienda che ha dovuto bloccare i lavori di ampliamento di Pianopoli e gli stipendi dei dipendenti. Da qui la decisione di comunicare che la discarica di Pianopoli non avrebbe riaperto fino all’arrivo di soldi nelle casse aziendali. In realtà, un primo accordo tra le parti era già stato trovato. Un piano di rientro che il commissario si era impegnato a saldare. Un documento rimasto inattuato, dal momento che l’Ufficio guidato da Speranza attende invano, da tempo, che gli altri enti possano saldare i conti. Circa 130 milioni di euro sono i soldi che devono dare i Comuni, ai quali si aggiungono alcuni fondi regionali che tardano ad arrivare nell’ufficio di Catanzaro Lido; a questo punto, i soldi del Ministero rappresentano l’unica certezza con cui provare a mandare avanti un sistema che così non può reggere. Di fatto, i Comuni usufruiscono del servizio di conferimento dei rifiuti, ma la tariffa non viene pagata, i debiti crescono e l’insolvenza dell’Ufficio emergenziale rischia di diventare cronica. 

L’accordo di ieri sera porterà una boccata di ossigeno che, comunque, non potrà essere lunga. «Si è individuato un percorso condiviso – ha evidenziato il prefetto di Catanzaro in una nota – che, tenuto conto delle motivazioni addotte dalle parti, consentirà attraverso soluzioni frazionate, nell’immediato e nel medio periodo, di ripristinare una regolarità di conferimento anche facendo affidamento nella consapevole sensibilità dei Comuni nel pagamento dei debiti maturati». Al momento, dunque, è stato lanciato un semplice appello ai Comuni, ma è evidente che dagli enti locali ci si aspetta un cambio di marcia. Il ripetere che non ci sono fondi non risolve il problema, quindi il prossimo passo potrebbe essere più netto: o i Comuni dimostreranno un’assunzione di responsabilità, iniziando a pagare il servizio, oppure si potrebbe arrivare a scelte drastiche, come una differenziazione tra quelli che pagano e quelli morosi. 

Tutto questo con un’aggravante: il commissariamento della Calabria, destinato al solo aspetto dei rifiuti, scade il 31 dicembre. Termine dopo il quale difficilmente il Governo Monti potrebbe concedere una ulteriore proroga. Dopo circa tredici anni, dunque, i soldi sono stati spesi a raffica, gli interventi tampone si sono susseguiti, in cassa non resta più nulla e il sistema è sempre più in crisi. Con buona pace di tutti. 

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