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REGGIO CALABRIA – Cinque persone, presunti affiliati alla cosca di ‘ndrangheta dei Belcastro-Romeo operante a Sant’Ilario dello Ionio, nel Reggino, sono state fermate dalla Squadra mobile di Reggio Calabria che, in sinergia con i commissariati di Bovalino e Siderno, ha eseguito altrettanti provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Ai cinque soggetti fermati vengono contestati, a vario titolo, i delitti di estorsione, riciclaggio ed usura, aggravati dall’aver agevolato l’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico. L’inchiesta della Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso di documentare come gli indagati avessero esercitato pressanti richieste nei confronti di un imprenditore locale affinchè corrispondesse, in maniera continuativa e sistematica, le ingenti somme di denaro necessarie a pagare il «pizzo». Secondo gli inquirenti, avevano costretto un imprenditore ad assumere alcuni loro parenti, le cinque persone sottoposte a fermo stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria e da personale dei Commissariati di Bovalino e Siderno, nell’ambito di un’operazione denominata «Dogville». Si trattava comunque, secondo quanto emerso dalle indagini, di assunzioni fittizie, dal momento che i lavoratori percepivano lo stipendio ma non svolgevano alcuna mansione. Dalle indagini è emerso anche che l’imprenditore, che opera nel settore dell’assistenza agli animali, quando ha deciso di licenziare coloro che aveva assunto fittiziamente, sarebbe poi stato costretto a pagare ai fermati mille euro al mese. Una vicenda che ha avuto inizio dal dicembre del 2011

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