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MELFI – Lo ha voluto ribadire con forza, in particolare a chi ieri ha occupato simbolicamente l’aula del consiglio comunale. Livio Valvano «nell’improvvisato» «ma utile dibattito» ha messo le cose in chiaro. E, spera che sia una volta per tutte.
«A Melfi, – ha detto il primo cittadino – Consiglio Comunale e Giunta Municipale hanno espresso una contrarietà netta all’insediamento dell’industria petrolifera nell’area del Vulture. Alla contrarietà è seguita la formale e motivata opposizione, notificata alla Regione Basilicata nel mese di aprile 2013, insieme ai Comuni di Barile e di Rapolla. A seguito dell’opposizione dei tre comuni la Regione ha disposto la cancellazione dell’istanza tesa ad ottenere la procedura semplificata per la ricerca, promossa dalla Delta Energy. Ad oggi non c’è alcuna procedura attiva sul territorio del Vulture. Per questo sono convinto della ferma volontà dell’attuale Governo Regionale, per gli inequivocabili atti emanati dal Dipartimento Ambiente della Regione e per le volontà dichiarate, di ritenere oggettivamente incompatibile l’industria estrattiva con il contesto ambientale del Vulture». Ai ragazzi di “No Triv Vulture” non erano piaciute alcune dichiarazioni dello stesso Valvano “reo” di aver detto, a margine della manifestazione del 28 dicembre scorso, di confidare sull’impegno assunto da Pittella che tutto il nord della regione non sarebbe stato interessato alle estrazioni petrolifere. «Ben quattro istanze di esplorazione petrolifera – scrivono i ragazzi in una nota – pendono sul territorio del nord della basilicata (Bicocca, Palazzo San Gervasio, San Fele e Frusci che coprono i territori dei comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Atella, San Fele, Filiano, Forenza, Ripacandida, Venosa, Ginestra, Palazzo San Gervasio e altri ancora) e nessuna garanzia reale esiste allo stato attuale che queste istanze non possano concretizzarsi in una futura devastazione del territorio in cui viviamo». Valvano li ha rassicurati in questo senso. Anzi si è spinto più in là parlando anche di rifiuti. «A Melfi – ha detto – è attivo, da circa un anno, il primo impianto autorizzato in Basilicata per il recupero dei rifiuti; non conferiamo più i rifiuti “tal quale” a Fenice ma li recuperiamo e li vendiamo come materie prime. Sono state bloccate le procedure per l’autorizzazione delle discariche speciali e sono state attivate tutte le iniziative tese a superare l’incenerimento come sistema di smaltimento dei rifiuti».
Il sindaco si è detto convinto che «il Governo nazionale possa e debba adottare una politica energetica che spinga sempre di più verso la produzione di energia da fonti rinnovabili e che incentivi comportamenti virtuosi in tal senso anche nei consumi. L’impatto ambientale dell’industria degli idrocarburi può essere superato con una spinta politica, determinata verso le energie alternative, la ricerca e l’innovazione tecnologica, a partire dal settore dell’auto che in Italia stenta ad intraprendere questa strada». Il primo cittadino ha, infine, ribadito la sua personale contrarietà all’iniziativa di promuovere un giudizio di costituzionalità sull’articolo 38. «C’è un rischio “boomerang”; un bypass artificioso che sposta il problema, non lo affronta, non lo risolve e soprattutto lo peggiora. E’ sulle scelte politiche che bisogna provare ad incidere, con una iniziativa politica riformista che spinga verso il progressivo graduale superamento di una politica energetica che ha fatto il suo tempo, come ci dicono le recenti scelte annunciate dalla famiglia Rockefeller che nell’800 sul petrolio ha costruito il suo impero industriale e finanziario e che oggi ha deciso di abbandonare tutti gli asset petroliferi». E aggiunge: «non ha senso combattere con la carta bollata un orientamento del Governo, fra l’altro in pendenza della modifica del titolo V della Costituzione; è la politica a decidere. Al contrario, prendo atto, invece, dell’importante modifica all’art.38, ottenuta dalla Regione Basilicata, a dimostrazione che è la via politica la strada giusta per poter incidere sulle scelte».
Nella sua lunga nota – tra l’altro promessa ai ragazzi di “No Triv” ieri mattina – invita l’opinione pubblica a non «farsi coinvolgere dalle scaramucce pre-elettorali in vista dell’imminente voto nelle altre regioni. Piuttosto mi aspetto che si intensifichino i dibattiti, che i movimenti che sottopongono questioni così importanti e che hanno tutto il mio sostegno, mantengano alta l’attenzione e che le forze politiche riescano ad uscire dalle strettoie della tattica di posizione e sappiano, invece, guardare al futuro, stimolando un ragionamento sulla politica energetica e, più in generale, sulla politica industriale nazionale che guardi al petrolio come noi oggi guardiamo al carbone, cioè come una fonte di energia superata».

g. r.

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