X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

CATANZARO – Sarà lei la protagonista dell’inedita produzione con cui sabato 13 si aprirà la nuova edizione del festival “Armonie d’arte” ideato e diretto da Chiara Giordano al parco archeologico Scolacium. Vanessa Gravina, bellezza e talento, sarà Madame Pompadour  in “Rousseau e La serva padrona”. L’opera buffa di Giovanni Battista Pergolesi – La Serva Padrona – eseguita nella versione integrale sarà preceduta da una pièce teatrale di Dora Liguori. Accanto alla Gravina nel ruolo del filosofo francese,  Edoardo Siravo. 

 Cominciamo col ruolo a lei assegnato nella parte teatrale che precede “La serva padrona”… 

«Madame Pompadour, donna sensibile quanto acuta e intelligente. Colta e di gusti raffinati, amante e promotrice fervida  della cultura e dei colori della sua nazione: la Francia. Degna consorte occulta e non di un re troppo pigro e distratto da accorgersi a mente lucida che la rivoluzione incombe prepotente… E’ morta presto, chissà se fosse vissuta più a lungo…». 
Ma cos’è la libertà? 
«La libertà è tante cose: è non avere padroni, creditori o santi  che decidono e dispongono per noi, è non aver rimorsi sulla  coscienza, certi di non avere mai fatto del male se non a noi stessi. Ma la libertà è anche svegliarsi tardi al mattino, fregarsene dei brufoli e di ingrassare 300 grammi perché la sera prima hai mangiato finalmente un piatto di pasta… La libertà è non chinar la testa, ma anche imparare a farlo quando si ha torto.  La libertà è forse anche nell’amar di meno, per non soffrire troppo».
 Quali sono le rivoluzioni possibili? 
 «Le rivoluzioni possibili sono tutte quelle umane, vale a dire quelle che partono dal singolo individuo  e si estendono alle molteplici coscienze creando un unico, imprescindibile obiettivo: la trasformazione della realtà a beneficio dell’uomo». 
Cinema, televisione o teatro? 
«La televisione è il grande pubblico, il filo che ti lega a milioni di persone che ti seguono e tifano per te. Il cinema è la magia che proiettata sul grande schermo avvince ed emoziona quasi fosse una droga. Il teatro è la genesi dell’attore, il principio e il perché di questo mestiere: sangue e seduzione». 
L’ultimo pensiero prima di addormentarsi? 
«L’ultimo mio  pensiero va alle persone che amo, animali inclusi, e nell’augurio che costoro mi vivano accanto il più a lungo possibile». 
Gli amori di Vanessa? 
«Oltre agli amori citati sopra, ho delle passioni come tutti, ovviamente… Ne cito alcune, non basterebbero fogli interi: il mare trasparente, inquinato mai e maledico chi lo sporca, nuotare,  cantare, occuparmi degli altri, arredare, leggere, accarezzare gli animali e salvarli quando posso, scrivere e cucinare, comprare scarpe e borse, le albicocche,  il cioccolato che ora vado a rubar dal frigo, e i tartufi bianchi di Alba, in Piemonte». 
E la seduzione? 
«La seduzione: sempre e solo un gioco mentale, condito da sguardi ben inflitti e  da una sana fuga, che è un grande classico che non tramonta mai… L’ideale sarebbe toccata e fuga, ma non sempre, anzi quasi mai, nella vita ci è permesso». 
L’estate di Vanessa? 
«Tanto lavoro ma spero anche tanto bel mare… Insh Allah!». 
 Mare o montagna? 
«Se ancora ci fossero dubbi, ma non credo, preferisco il mare». 
Bikini o intero? 
 «Sempre bikini, dopo il bagno si asciuga prima e permette un bronzage più compatto». 
Vanessa ai fornelli?  
«Sono bravina, mi riescon bene assai tutti i primi, la pasta – che adoro – e soprattutto i risotti».  
L’emozione del palcoscenico? 
«La paura dei vuoti di memoria, la paura che l’applauso non arrivi a conferma che non sei da buttare, la sensazione di aver emozionato». 
Vanessa in tre aggettivi? 
«Responsabile, leale, concreta. Posso aggiungere autoironica?». 
Cosa non le piace dell’Italia di oggi? 
«Il sentimento che prevale quando penso al mio Paese, che io adoro, è un sentimento di compassione perché hanno fatto di tutto a livello di istituzioni, malapolitica e malaffare per farci arrivare in queste condizioni. Hanno mangiato troppi e hanno mangiato troppo alle spalle di tutti. Oggi stiamo pagando le conseguenze; oltre alla grande crisi che tutta l’Europa sta pagando. Però, voglio essere fiduciosa penso che con spirito di sacrificio ce la possiamo fare a risalire la china ma il nostro sacrificio non deve andare nelle tasche di quei pochi noti che hanno indebolito il nostro Paese. Dev’essere azione di coscienza collettiva. Mi verrebbe da dire che, forse, un altro aiuto ennesimo potrebbe arrivare dalla politica abbassando un po’ gli stipendi di tanti bravi politici che potrebbero diventare più responsabili di quello che già sono, e magari questi soldi destinarli alla cultura e all’istruzione. Direi che servirebbe una spartizione di fondi pubblici un po’ più equa soprattutto a vantaggio di quei settori che stanno agonizzando come la Cultura». 
Un suo saluto ai calabresi? 
«Sono sempre stata accolta in Calabria con delle standig ovation. Qui ho girato due delle serie di maggior successo. Basti pensare a Gente di Mare girato a Tropea facevamo nove milioni di spettatori, Confesso anche che ho fatto le vacanze a Riace marina all’hotel “Federica” del mio amico Maurizio Baggedda, un grande calabrese che fa un turismo splendido valorizzando le risorse di questa costa che io considero una delle più belle al mondo. Un posto semplicissimo con una spiaggia bellissima. A ferragosto puoi anche fare il bagno da solo alla due del pomeriggio: un luogo meraviglioso».
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE