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REGGIO CALABRIA – Una breve visita allo Ior, l’Istituto per le Opere religiose, per comunicare la scelta del nuovo direttore generale. Papa Francesco si è recato oggi di persona al Torrione di Niccolò V, la sede appunto dello Ior, e si è intrattenuto con il Consiglio di Sovrintendenza per una ventina di minuti.

Il nuovo direttore generale è il calabrese Gian Franco Mammì, originario di Siderno, che sarà coadiuvato da Giulio Mattietti, in attesa della scelta di un nuovo vice direttore.

Mammì lavora da oltre vent’anni allo Ior e che ha ricoperto i ruoli più diversi. Per questo, la scelta di Papa Francesco appare quella di voler valorizzare le risorse professionali interne, come anche era stato spiegato otto mesi fa, quando lo stesso Mammì era stato nominato vice direttore, con Rolando Marranci direttore.

Il futuro dello Ior ricomincia dunque dal passato, dopo gli anni turbolenti, tra accuse e inchieste giudiziarie, in cui la via nuova sembrava essere quella di guardare per il management solo all’esterno.

Cinquantanove anni, Mammì, laureato in scienze politiche all’università di Messina, ha iniziato la sua carriera allo Ior nel 1992, svolgendo le mansioni di cassiere, responsabile dell’area sportelli-agenzia. È divenuto quindi, nel 1998, vice capo ufficio dell’ufficio rapporti legali. Dall’anno successivo Mammì si è occupato dello sviluppo della clientela, sia nella Curia romana sia in Italia e soprattutto nell’area ispanofona dell’America centrale e dell’America latina, dove appunto era vescovo a Buenos Aires il cardinale Jorge Bergoglio.

Nel luglio 2006 Mammì è stato nominato responsabile dell’ufficio acquisti ed economato e, il 6 marzo di quest’anno, vicedirettore dello Ior.

Tornando invece alle vicende delle gestioni passate dell’istituto, la procura di Roma si appresta a notificare avvisi di chiusura indagine all’ex direttore generale Paolo Cipriani ed al suo vice Massimo Tulli. Entrambi rischiano di finire sotto processo. Per la Procura di Roma, per 40 anni, cioè fino al 2011, la banca vaticana, ha operato in Italia senza essere autorizzata.

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