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MATERA – Il segono tangibile della presenza dell’Unione Europea sul territorio è portato dalla Commissaria alle Politiche regionali, Corina Cretu e dal progetto “Dialogo con i cittadini”.

Un messaggio necessario, quasi urgente, in un momento nel quale i cittadini (dell’intero territorio) non si sentono davvero rappresentati dall’Istituzione sovranazionale. Gli sforzi fatti sino a questo momento appaiono vani, se solo di prova a fare una statistica diretta e immediata. All’inizio del confronto, in una colma Sala “Gervasio” del Conservatorio di Matera, il moderatore pone una semplice domanda: Chi si sente rappresentato dalle Istituzioni dell’Unione Europea? La risposta è fredda, e “l’alzata di mano” richiesta fa risaltare immediatamente all’occhio una scarsa predisposizione del pubblico, Si alzano solamente una quindicina di mani, a rappresentare uno scarso dieci per cento dei presenti. Il moderatore riprende immediatamente: «siamo in media europea, seguendo le ultime statistiche». La popolazione dei Paesi che compongono l’Unione Europea non si sente rappresentata dagli esponenti di Bruxelles.

Corina Cretu non si scompone e prendendo la parola ammette: «Sappiamo di dover lavorare tanto sul nostro operato, e siamo qui perchè vogliamo dare un volto concreto all’Europa. Abbiamo lanciato a gennaio 2015 questa esperienza di dialoghi con i cittadini e siamo qui soprattutto per ascoltarvi, per sentire le vostre attese, le vostre esigenze e le vostre preoccupazioni».

Un’Europa chiamata a fare passi importanti verso il rilancio delle economie nazionali e continentali. Soprattutto attraverso la gestione di ingenti somme di denaro, sotto forma di cessione dei Fondi, come nel caso dei Fesr, che si presentavano quasi contestualmente nella prossima Capitale europea della Cultura 2019. «I Fondi europei sono la nostra scommessa più ambiziosa, vogliamo raccontarla ai cittadini, perchè sappiano cosa la Commissione europea sta facendo per i cittadini europei, ma vogliamo che questo lavoro sia anche raccontato. Quello che facciamo a Bruxelles si deve sapere».

La Cretu non si è tirata indietro ed ha risposto ad ognuna delle domande arrivate dal pubblico. Certamente si è entrati poco nel dettaglio e le risposte sono parse evidentemente molto istituzionali. Ma nel complesso la Commissaria alle Politiche regionali dell’Unione Europea ha sviscerato alcuni numeri significativi. «Serve il controllo ed il contributo dei cittadini nell’uso dei Fondi europei. Ci sono centinaia di milioni di cittadini europei e per noi è importante il loro contributo. Abbiamo oltre 5 milioni di cittadini disoccupati, soprattutto giovani, ed il nostro sforzo si sta concentrando soprattutto sugli impegni necessari per uscire dalla crisi. La Commissione europea presieduta da Jean-Claude Juncker, con la quale lavoriamo da quasi un anno – sottolinea la Cretu – farà ogni sforzo per far uscire l’Europa dalla crisi».

In questo contesto si inseriscono i Fondi strutturali ed i relativi programmi, chiamati a non rendere vani gli investimenti fatti, le promesse e i presupposti che partono da Bruxelles. «Se il nostro obbligo è quello di fare il possibile per aiutare il mondo del lavoro a sbloccarsi e permettere ai cittadini europei di migliorare le proprie prospettive di vita, è importante anche raccolntarlo e confrontarsi. Programmi come il Po-Fesr sono fondamentali per tracciare delle linee chiare verso questi obiettivi. I programmi dei fondi strutturali sono la nostra scommessa più ambiziosa per creare opportunità di crescita ed occupazione. Anche perchè questi fondi rappresentano lo spirito di coesione europea e devono necessariamente rappresentare qualcosa di concreto e non solamente dei propositi».
Poi le attenzioni specifiche sugli investimenti fatti. «Più della metà delle risorse andranno sulla ricerca, sulla tecnologia della comunicazione, sulle piccole e medie imprese e sulla mobilità sostenibile. Si tratta di settori strategici che rappresentano le basi di un futuro migliore». Ed inoltre: «l’impegno nella innovazione con un raddoppio del volume delle risorse. Il Por Basilicata inciderà sulla vita della gente in termini positivi grazie al tentativo di migliorare la capacità amministrativa che dovrà snellire le procedure e velocizzare le decisioni. Ma questo è solo il punto di partenza. La commissione europea è orgogliosa di utilizzare il successo di Matera, capitale europea della cultura per il 2019, per migliorare anche gli investimenti dei fondi comunitari e potete sempre contare sul nostro sostegno».

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