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“Desidero ricordare il sacrificio e rinnovare la memoria di un grande magistrato. Fin da giovanissimo Antonino Scopelliti ha svolto la sua attività con la semplicità di un uomo comune ma con la determinazione, il coraggio e l’onestà di un uomo fuori dal comune”, scrive il presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio al presidente della Fondazione Antonino Scopelliti, Rosanna Scopelliti, nella ricorrenza del ventesimo anniversario dell’assassinio del giudice Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato mafioso il 9 agosto 1991. “La sua vita – prosegue il messaggio di Schifani – è stata, per chiunque l’abbia conosciuto, esempio di civiltà, rettitudine e integrità morale. All’amore per la verità, al rispetto per l’etica professionale e al rifiuto della corruzione e delle intimidazioni Antonino Scopelliti ha offerto il sacrificio estremo. Il suo esempio ha cambiato la coscienza di tanti, il suo eroismo quotidiano e silenzioso, la sua passione civile sono espressione di quale forza straordinaria possa avere il semplice, ma non facile, compimento del proprio dovere. Portare avanti, con coraggio e coerenza, il suo insegnamento, come quello di altri eroi uccisi dalla mafia, è un’attività preziosa e insostituibile: la criminalità organizzata – sottolinea Schifani – si vince anche sensibilizzando le giovani generazioni ai valori della legalità e della non violenza, indispensabili per assicurare la convivenza civile e una consapevole partecipazione alla vita democratica del Paese. Il vostro lavoro è l’eredità di Antonino Scopelliti e di tutti quelli che sono morti per affermare i valori dello Stato”.

“In occasione della commemorazione del ventesimo anniversario dell’assassinio del giudice Antonino Scopelliti, promossa dalla Fondazione Antonino Scopelliti e dall’Associazione Ammazzateci tutti, desidero manifestare a tutti i partecipanti la mia più sentita solidarietà e vicinanza. Antonino Scopelliti affermò che “Il buon giudice, nella sua solitudine, deve essere libero, onesto e coraggioso”. Così il presidente della Camera Gianfranco Fini in un messaggio per il ventesimo anniversario della morte del giudice Scopelliti. “Credo che in questa dichiarazione – aggiunge Fini – si riassumano i tratti che meglio definiscono la personalità professionale e umana di Antonino Scopelliti: un magistrato unanimamente apprezzato per il suo rigore professionale, per il suo spessore morale e per il suo impegno al servizio dello Stato. A tutti noi resta il dovere di non dimenticare mai la sua intensa e coraggiosa dedizione nella lotta alla criminalità organizzata, perché non vi è colpa più grave, per una società autenticamente leale ai valori della democrazia, che quello di lasciare che il sacrificio e l’eredità morale di uomini come lui, impegnati con totale passione e dedizione nella difesa della legalità e della giustizia, possano cadere nell’oblio o nell’indifferenza”. “La scritta che appare sul luogo dell’agguato, ‘la tua morte ha spezzato il silenzio di questa terrà, deve restare idealmente scolpita nella coscienza morale del paese -conclude il presidente della Camera- come forte richiamo ad un sempre più rigoroso impegno delle istituzioni e della società nella difesa intransigente dei principi di libertà e di democrazia, contro ogni logica mafiosa”.

“Se oggi il nostro Paese ha superato la minaccia terrorismo e ha inferto duri colpi alle organizzazioni mafiose lo deve a persone come il magistrato Antonino Scopelliti”, lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, ricordando il magistrato ucciso a Piale. “Il suo lavoro di magistrato capace e coraggioso – scrive Lumia in una nota – diede un notevole contributo alla giustizia in alcuni dei momenti più delicati della Repubblica italiana. Scopelliti credeva nei valori della democrazia e della legalità, nonostante il clima di omertà e connivenza diffuso nella società e nelle istituzioni. Non esitò nemmeno un istante a preparare i rigetti dei ricorsi in Cassazione presentati dai legali dei boss condannati nel primo maxiprocesso, neanche quando gli vennero offerti 5 miliardi di lire per raddrizzare la requisitoria. Come è accaduto spesso nella storia del nostro Paese, e come continua ad accadere ancora oggi, Scopelliti non fu adeguatamente protetto dallo Stato e supportato dall’opinione pubblica. La sua testimonianza – conclude Lumia – sia un monito per quella parte sana della politica e della societa’ affinche’ non faccia mancare con gesti concreti il sostegno a chi è in prima linea nella lotta alle mafie”.

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