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VERBICARO – I risparmi di una vita finiti in briciole di cemento, ma la demolizione vale certo meno delle vite umane. Ed è per la sicurezza dei cittadini di Verbicaro che si sta procedendo alla demolizione di due nuovi fabbricati, rispettivamente di quattro e sei piani, in un’area dove il dissesto idrogeologico provoca torsioni incontrollabili che creano danni non riparabili alle strutture. Un po’ la natura, un po’ la mano dell’uomo in un’area già a rischio costituiscono il corso degli eventi. I palazzi sono stati già sgomberati. 

Gli stabili demoliti a Verbicaro negli ultimi due anni salgono a tre e vanno ad aggiungersi agli altri quattordici demoliti nel corso degli anni. A Verbicaro l’effetto degli smottamenti del terreno si traduce nella distruzione delle strutture pericolanti. Non c’è altro verso anche perché spesso si tratta di fabbricati che raggiungono i sei piani e che danno l’idea della mancata riproduzione di una realtà vista in altre parti del mondo dove i grattacieli svettano alti verso il cielo. Le demolizioni avviate, nonostante la pioggia che continua a cadere, sono effettuate dalla ditta Alka che si è aggiudicata la gara. «I lavori in corso – fanno sapere dall’amministrazione comunale – oltre alle demolizioni, prevedono la riqualificazione delle aree di sedime e il rifacimento della via Impietrata e di Piazza Monsignor Francesco Cava. Si tratta di palazzi costruiti nel corso degli anni sessanta e ai primi degli anni settanta, localizzati lungo via Roma, via centrale del paese». 

Il sindaco Felice Spingola all’avvio del cantiere ha dichiarato: «Per la popolazione di Verbicaro si tratta di una autentica tragedia. Con la distruzione di questi altri fabbricati, che vanno da aggiungersi ai precedenti demoliti nel corso degli ultimi anni, vanno disperse le economie generate in anni di sacrifici da parte soprattutto di cittadini emigranti che con i loro risparmi avevano cercato di migliorare le condizioni di vita per sé e per i loro figli. Purtroppo – ha dichiarato ancora il sindaco Felice Spingola – una dissennata politica urbanistica localizzò, in quegli anni, il Piano di fabbricazione nella zona in frana e oggi paghiamo per quegli errori e purtroppo la situazione si aggrava sempre di più: le grandi piogge ricorrenti degli ultimi anni hanno accelerato il dissesto sull’insieme del territorio ed altri palazzi sono a rischio». 

Nel 2010 e nel 2011 sono state sgomberate famiglie da palazzi ricadenti sempre su via Roma e via XXIV maggio e altre rischiano purtroppo la stessa sorte. L’amministrazione comunale ha più volte sollecitato la Protezione Civile per i provvedimenti inerenti l’assistenza e la ricostruzione degli alloggi per le famiglie interessate, ma non si è avuto alcun riscontro in merito. Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro alla Regione Calabria per affrontare il problema del dissesto idorgeologico di Verbicaro in tutta la sua complessità. Le frane e i continui smottamenti provocano problemi alla viabilità e alla stabilità delle case. 

Il Comune, da tempo, combatte con problemi del genere. I nuovi fabbricati, con la consapevolezza della fragilità del territorio, vengono realizzati con lo stretto controllo tecnico in aree sicure e lontane dagli smottamenti. In occasione delle forti piogge dei mesi scorsi il sindaco scriveva: «La Regione Calabria è allo stato latitante e non ha messo a disposizione le somme necessarie per fronteggiare l’emergenza in tutti i suoi aspetti: demolizioni, assistenza alle famiglie sgomberate, eventuale iattazione e demolizione dei fabbricati pericolanti, ricostruzione di alloggi per le famiglie». I cittadini hanno chiesto recentemente di avere la possibilità di recuperare eventuali capitali per ricostruire in altre aree più sicure. 

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