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La Storica Parata dei Turchi 2014 si sta avvicinando e si comincia a respirare l’atmosfera dei festeggiamenti, dando vita alle prime iniziative dell’anno.

L’Associazione Culturale Portatori del Santo ha proposto al Comitato Tecnico Scientifico della Storica Parata dei Turchi, la volontà di restaurare il Tempietto di San Gerardo, portato a spalla dagli associati durante il corteo storico. Dalla sinergia tra l’associazione e il comitato è nato quindi il progetto di restauro, coinvolgendo i detenuti della Casa Circondariale di Potenza, che daranno nuovo lustro all’icona sacra, grazie anche alla partecipazione dei restauratori dell’Apofil. 

Grazie al supporto di questi ultimi, il tempietto tornerà al suo originario aspetto: le foto d’epoca saranno la linea guida per ricostruire le trasformazioni che ha subito nel corso del tempo. 

Oggi la consegna ufficiale del tempietto trasportato all’interno della Casa Circondariale per essere restituito alla città in tempo per i festeggiamenti del prossimo Maggio. 

In una nota congiunta, il direttore del carcere, Michele Ferrandina, il comandante della Polizia Penitenziaria, Rocco Grippo, il referente dell’area trattamentale, Ilenia Di Lorenzo, il presidente del comitato tecnico scientifico, Antonella Pellettieri, e il presidente dei Portatori del Santo, Gennaro Favale, hanno evidenziato l’importanza di tale iniziativa che, attraverso il recupero dell’icona, intende rafforzare i forti connotati identitari del tempietto, accolto con calore e fede religiosa dai potentini durante la parata. Il tempietto – continua la nota – è un simbolo importante attorno a cui continuare a costruire il senso di appartenenza alla città e di affezione verso il nostro Santo Patrono. 

Il coinvolgimento dei detenuti, inoltre, va nella direzione di rafforzare il senso di partecipazione all’evento del 29 maggio, anche di chi non potrà essere presente fisicamente ma sentirsi parte della comunità. 

Questa iniziativa – concludono i tre rappresentanti – è un modo di rileggere le tradizioni in chiave moderna. Inclusione sociale e grande sinergie tra soggetti che operano in ambiti completamente differenti, restituzione alla città di un simbolo religioso rinnovato nel nome della tradizione: tutti elementi che non possono che risvegliare l’orgoglio di appartenere alla nostra città.

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