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IL NESSO tra paesaggio ed ambiente esalta e rispecchia quello tra salute e bellezza
Trovo molto interessante il dibattito che si è sviluppato su queste pagine attorno al tema della cultura ed al suo attuale significato e tuttavia mi piacerebbe che assumesse una connotazione regionale e non fosse un tema ascritto ed ascrivibile unicamente alla città di Matera.
Del resto credo che parlare di Matera-Basilicata 2019 significhi proprio questo.
Commetteremmo un grande errore se pensassimo, infatti, che la cultura abbia dei confini geografici ben delimitati ed ancor più se questi si tramutassero in lotte campanilistiche.
La Basilicata è una regione talmente piccola che non può non considerarsi nella sua interezza a rischio di essere, al contrario, ben poco. Ed a rischio, ancor maggiore, di essere defraudata, depauperata, degradata.
Viviamo uno strano paradosso: possiamo vantarci di essere la regione nella quale è stata individuata la prossima capitale della cultura europea, la regione che sta promuovendo le proprie bellezze naturalistiche ma siamo anche la stessa terra in cui forti e convinte sono le manifestazioni collettive “contro” le spoliazioni territoriali ed i pericoli ambientali.
A mio parere non può compiersi alcuna analisi e ancor più sintesi su quello che è cultura – e concordo con Emanuele Curti nel momento in cui afferma che rappresenta un termine di confronto per ripensarci come società in una visione lunga di futuro – e su come questo termine debba essere interpretato e declinato in vista del 2019 senza partire da una considerazione: nel corso degli anni abbiamo vissuto una sorta di sdoppiamento tra quello che noi stessi immaginiamo o vogliamo immaginare sia la nostra terra e quella che è effettivamente diventata.
Benché i nostri padri costituenti abbiano sancito il principio per cui la Repubblica Italiana ”Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9 Cost.) è fondamentale rendersi conto che nel tempo si è progressivamente abbandonata la coscienza del paesaggio quale bene comune lasciandolo così vittima del degrado e preda di interessi economici.
È necessario, dunque, ricomporre questa frattura secondo le modalità dettate dalla stessa carta costituzionale che nel medesimo articolo 9, al primo comma, con una enunciazione di grande modernità ed impressionante attualità indica la missione che deve ispirare il pubblico agire, il modo di essere e pensare della nostra Repubblica affermando che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.”
Sviluppo, ricerca, cultura, patrimonio formano un unico inscindibile per la tutela del paesaggio e del patrimonio strorico ed artistico.
Tutelare il paesaggio significa tutelare l’ambiente. Una importante sentenza della Corte Costituzionale ha riconosciuto che la tutela dell’ambiente è valore costituzionale primario ed assoluto in quanto espressione del principio di cui al citato articolo 9 e di quello sancito all’art. 32 secondo cui “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Concezione assai avanzata per cui il danno ambientale danneggia la salute del corpo quanto il danno paesaggistico può danneggiare la salute della nostra mente e del suo equilibrio.
Il nesso tra paesaggio ed ambiente esalta e rispecchia quello tra salute e bellezza.
Dunque, essere capaci di tutelare il paesaggio significa essere in grado di produrre bellezza ed innovare perché tutela non è solo conservazione e vincolo ma anche slancio creativo nel pensare al nuovo, al futuro ed allo sviluppo sostenibile.
Ed è’ sulla eco-sostenibilità che è ad esempio architettura organica, impresa green, economia verde, turismo rurale, come l’Europa ci insegna, che questa regione può giocare in occasione di Matera-Basilicata 2019 la sua partita più grande, quella del futuro: ricostruire una economia forte e duratura capace di arginare il progressivo spopolamento.

Presidente Comitato Unesco Potenza

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