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COSENZA la sua Feltrinelli l’aveva avuta negli anni ‘70. Non avrebbe potuto non averla, forse, negli anni della rivoluzione culturale, dei movimenti, della contestazione, della lotta politica che videro una città vivace ed effervescente. La Feltrinelli era su corso Telesio, in un locale su due piani: lì si potevano trovare titoli irreperibili nelle normali librerie. C’erano ad esempio i testi pubblicati da Savelli, la casa editrice della sinistra extraparlamentare che proprio negli anni in cui la Feltrinelli apriva a Cosenza diede una scossa al mercato editoriale con “Porci con le ali”. Libreria militante, come l’aveva concepita Giangiacomo, professava anche la democratizzazione della cultura: fin troppo forse, visto che in assenza di controlli e di tecniche antitaccheggio erano più i libri che venivano portati via che quelli acquistati.

Il prestigioso marchio ora torna a Cosenza, trenta e più anni dopo, per aprire su corso Mazzini. La notizia (perché l’apertura di una libreria di questi tempi fa notizia, tanto più se pochi giorni fa di una, la Gallo, è stata annunciata la chiusura) arriva da una concessione edilizia fresca di rilascio da parte del Comune. La società “Librerie Feltrinelli” cercava da tempo dei locali in città: l’incontro fortunato è stato con la Bnl, che su corso Mazzini ridurrà i suoi spazi e concederà in fitto parte dei locali. Il Comune la pratica l’ha seguita con una certa attenzione, favorendo anche tempi più ristretti. Per l’immobile, entro un anno, dovranno essere avviati i lavori di ristrutturazione, per dividerlo in due unità immobiliari e destinarne una parte a libreria. 

Sarà la nuova Feltrinelli, ovviamente, con un catalogo non più ad orientamento politico esclusivo, ma amplierà l’offerta della città che, va riconosciuto, ha sempre avuto una solida tradizione in fatto di librerie. È un tratto distintivo, ancora oggi, che si è andato consolidando proprio negli anni ‘70 in cui a Cosenza non c’era solo la Feltrinelli. Nel quadrato compreso tra l’allora piazza Fera e il centro storico sorgevano almeno otto librerie. 

C’erano le due Domus, marchio storico della città, divise tra via Montesanto e corso d’Italia (l’allora corso d’Italia, oggi corso Fera). All’elenco si aggiungono le librerie Cianflone, anche qui due, l’una a corso Mazzini e l’altra a piazza Fera. Fondata nel 1957 è invece la “Casa del libro”, messa in piedi sotto il porticato di Palazzo dei Bruzi da Gustav Brenner, figlio di un editore austriaco e di origine ebraiche, che si stabilì a Cosenza dopo l’internamento a Ferramonti. 

Su corso Telesio, come detto, sorgeva la Feltrinelli, la cui esperienza cosentina durò però pochi anni. Altra libreria militante era quella di Ennio Scalercio, su via Montesanto. Su corso Mazzini sorgeva invece la vecchia Mondadori.

L’elenco, però, in realtà è anche più lungo. Perché al suo interno può trovare posto anche l’agenzia concessionaria della Utet, la più antica casa editrice italiana che dal 1791 pubblica enciclopedie, dizionari, testi di divulgazione. 

Menzione a parte per il circolo “Mondo nuovo”, che aveva la sua sede dalle parti di via Mario Mari. Non era una libreria tout court, quanto piuttosto un circolo culturale, d’ispirazione trotskista, messo su da Antonio (Totonno) Lombardi, figlio del più rinomato tappezziere di Cosenza. All’interno del circolo c’era una libreria, aperta solo agli iscritti. Anche qui volumi difficili da rintracciare nei circuiti più tradizionali, che Lombardi – agli studenti, ad esempio – vendeva pure a rate. Accompagnandoli con suggerimenti e consigli.

La fotografia di una Cosenza che non c’è più, ma che la sua passione per i libri forse non l’ha del tutto perduta.

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