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Panchine rotte, rifiuti, erba incolta. Sentieri da ripristinare, segnaletica completamemte assente, area pic-nic trasformata in un’area del parco qualunque, ricoperta da erbacce. Il parco di Macchia Romana ha sembianze del tutto diverse da quelle di un parco. Ed è così da anni ormai. Le cose potrebbero cambiare nel prossimo anno, quando «arriveranno i fondi europei della prossima programmazione 2014 – 2020 – afferma l’assessore comunale all’ambiente Pasquale Pepe – che vede alla voce parchi urbani la destinazione di una cospicua somma». Troppo presto poter dire a quanto ammonti questa somma. «Dobbiamo prima candidare il progetto, per poi stabilire il tutto in un secondo momento». Intanto si può intervenire sulla così detta manutenzione ordinaria, che tanto fa penare i cittadini e le casse comunali.
«Dal primo agosto – continua – sta lavorando una squadra speciale grazie al contributo regionale di 50.000 euro on coordinamento con i cantieri forestali della Provincia». I risultati, però, non sono certo così evidenti. «Siamo consapevoli che non è sufficiente, che c’è bisogno di farlo rinascere questo parco». Perchè un tempo Sant’Antonio La Macchia era davvero una zona molto vissuta, specialmente d’estate. I trentenni ricordano che tutte le domeniche di agosto una piccola carrozza in legno, trainata da un asinello, partiva da Sant’Antonio La Macchia per fare il giro tra le campagne di Betlemme. Al posto dell’attuale pub, c’era un bar dove in tanti si fermavano a bere una bibita fresca o un gelato. Solo degli esempi di come una volta si viveva il parco. Sicuramente queste stesse attività oggi sarebbero improponibili e forse poco attuali ma certamente alla presa in carico della manutenzione del verde andrebbe accostata una pianificazione di attività produttive che nel rispetto della vocazione naturale dell’area. Afferma sempre in proposito l’assessore Pepe: «Stiamo pensando all’affidamento della gestione esterna che comprenda anche l’apertura di attività redditizie».

 

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