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La Vibac – gruppo che produce materiale plastico – ritirerà la procedura di mobilità per i 184 dipendenti dello stabilimento di Viggiano (Potenza), presentata lo scorso dicembre, e avvierà un piano industriale triennale da otto milioni di euro.

Lo hanno annunciato stamani a Potenza l’assessore regionale al lavoro, Raffaele Liberali, e i rappresentanti dei sindacati.

L’accordo, raggiunto nella notte a Potenza, prevede investimenti per la realizzazione di impianti di risparmio energetico (con un abbattimento dei costi fino al 30 per cento) e per processi di innovazione della produzione. Saranno attivati anche contratti di solidarietà (al 40 per cento, con una riduzione del costo del lavoro di circa quattro milioni di euro) con graduale riduzione in tre anni, e il «congelamento» della 14/a mensilità: i dipendenti manterranno però i premi di produzione, e il gruppo industriale vorrebbe riprendere al più presto le attività, cominciando con la manutenzione della struttura, ferma da circa due mesi, per rispondere anche alla domanda di mercato.

«Ora chiediamo anche che questo accordo – ha detto Liberali – venga firmato al Ministero, anche se non c’è un obbligo tecnico, ma solo un’opportunità politica che “cristallizza” il ritiro della procedura di mobilità: il nostro obiettivo, al termine di una vertenza drammatica e complicata ma sempre basata sul dialogo, era quello di far restare il gruppo sul territorio e garantire i livelli occupazionali. L’investimento della Vibac può rientrare in un bando per i contributi, ma è questione successiva».

Per i sindacati «si tratta di un accordo cruciale, perché l’azienda resta, e non era scontato, nonostante avesse annunciato il termine della produzione lo scorso il 15 dicembre: in altri stabilimenti del gruppo in Italia gli accordi erano già stati acquisiti, qui al termine della trattativa abbiamo raggiunto un’intesa per far restare l’azienda in Basilicata». 

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