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VIGGIANO – La vicenda della Vibac sbarca sui banchi del Parlamento europeo.
Piernicola Pedicini dopo essere stato sollecitato con una lettera che è stata inviata, nei giorni scorsi, a lui e a Gianni Pittella dai componenti delle Rappresentanze sindacali unitarie dell’azienda, esprime piena solidarietà ai lavoratori e fa sapere che sta verificando se ci sono i presupposti per presentare un’interrogazione urgente al Commissario europeo competente.
Pedicini, nel mettere in evidenza che farà tutto quello che è possibile per aiutare i dipendenti dell’azienda lucana, sottolinea «che più di lui potrebbe fare qualcosa di concreto e immediato Gianni Pittela, in qualità di europarlamentare del Pd, presidente della S&D (Socialisti e Democratici, il secondo gruppo politico del Parlamento europeo per numero di deputati), nonché fratello del governatore della Basilicata».
«Pittella – spiega Pedicini – è rappresentato dalla S&D e dal Pd nella Commissione europea e ha rapporti diretti con il presidente del Consiglio italiano Renzi. Lui, se vuole, considerato il ruolo che copre e le responsabilità che ha acquisito durante la propria carriera politica, può agire a vari livelli istituzionali e, sicuramente, è nella condizione di dare delle risposte per individuare delle soluzioni. Purtroppo il M5s, – afferma il portavoce pentastellato – è all’opposizione sia in Italia che in Europa e, di conseguenza, può solo svolgere un’attività di controllo e di denuncia».
I problemi della Vibac di Viggiano, come di tantissime altre aziende lucane e italiane, «sono frutto – spiega la nota – di una mancata programmazione industriale ed economica e di politiche sbagliate e di malgoverno perpetrate da decenni dai vecchi partiti sia a Roma che sul piano europeo».
«Le questioni poste dai sindacalisti della Vibac nella lettera che mi hanno inviato – evidenzia Pedicini -, sono chiare e testimoniano i numerosi errori commessi sul piano nazionale e a livello regionale dai Bubbico, dai De Filippo e dall’intera classe dirigente lucana, quando hanno accettato gli scellerati accordi per l’estrazione petrolifera in Basilicata. Accordi che, oltre ad aver distrutto l’ambiente, l’agricoltura e il turismo e ad aver danneggiato la salute dei cittadini della Val d’Agri, non sono stati neanche in grado di salvaguardare con degli appositi protocolli, aziende come la Vibac che poteva avere benefici sul piano energetico grazie all’estrazione del gas e del petrolio».

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