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VIGGIANO – Continua il “braccio di ferro” tra il gruppo Vibac e i lavoratori. Qualche giorno fa, nell’incontro tra Rsu e direzione aziendale, è stata rigettata la proposta fatta dai lavoratori perché, secondo l’azienda – hanno riferito gli stessi rappresentanti dei lavoratori – «insufficiente». Un esito negativo che ha portato le Rsu a richiedere nuovamente all’azienda «un piano dettagliato dove vengono specificati tutti i punti con la simulazione – hanno evidenziato le Rsu – per singolo lavoratore della perdita economica e che il rispetto sugli impianti delle norme di sicurezza».
Una richiesta che ha fatto slittare la trattativa di ancora altri giorni. Una lunga trattativa, avviatasi all’inizio del mese di novembre, che ha visto le Rsu rilanciare una controproposta ai rappresentanti aziendali, sostenendo che «l’unico sacrificio disposti a sostenere è l’utilizzo del Cds (contratto di solidarietà) con il coinvolgimento di tutti i dipendenti (184) al 20 per cento».
E ancora che «la redistribuzione de personale doveva essere fatta attraverso un piano condiviso». In particolare nel loro piano, i lavoratori avevano ribadito di «non essere disponibili a rinunciare a quanto ottenuto con la contrattazione di secondo livello (14esima mensilità, premio di produzione e premio presenza) e, soprattutto, con l’eventuale applicazione del Cds, l’impegno da parte della Vibac ad effettuare un piano di investimenti».
Invece, nel corso dei tavoli l’azienda ha confermato che «l’attuale struttura dei costi risulta essere tale da rendere antieconomico il proseguimento dell’attività produttiva», evidenziandone «l’esigenza di ridurre il costo del personale di circa 2.800.000«. E la cui «suddetta riduzione potrebbe essere raggiunta attraverso un diverso assetto organizzativo (funzionale al miglioramento del livello di produttività e ad una riduzione dei costi indiretti ) e una rivisitazione degli istituti retributivi non derivanti dalla contrattazione di primo livello». Insomma una situazione delicata e complessa che ha portato le parti a programmare diversi incontri per «un approfondimento tecnico sugli strumenti eventualmente da adottare e sulle conseguenti ricadute economiche pei i lavoratori».

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