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Dopo quasi dieci anni di processo nei confronti di 43 imputati, sono state
decretate 11 condanne (per un totale di 86 anni di reclusione e 47.500 euro
di multa) e 32 assoluzioni. L’accusa, al termine una requisitoria durata
due udienze, aveva chiesto invece 28 condanne (per un totale di 379 anni di
carcere e 160.300 euro di multa) e 15 assoluzioni. Cinque giorni di camera
di consiglio per una sentenza con contestuali motivazioni che segna il
crollo verticale di quello che era il più importante procedimento penale
per fatti di mafia in corso davanti al Tribunale di Vibo Valentia:
“Genesi”. S’è concluso in primo grado dopo ben tredici anni dalla
maxioperazione che l’aveva generato, che raccontava fatti risalenti fino
all’inizio degli anni ’90, i più importanti – ha stabilito ieri il
Tribunale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Antonio Di Marco –
superati da altri giudicati o dall’intervenuta prescrizione dei reati.
Escono assolti tutti gli imputati per i quali il procuratore aggiunto della
Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e la collega Simona Rossi avevano
chiesto le pene più pesanti, ovvero i boss, il gotha del clan Mancuso di
Limbadi. “Ne bis in idem”, quindi, per Luigi e Giuseppe Mancuso, per i
quali erano stati chiesti 27 anni di carcere ciascuno. Assolti anche
Pantaleone “Vetrinetta” Mancuso e Pantaleone “Scarpuni” Mancuso, che
completano – secondo altri giudicati ed altre indagini – il vertice del
potentissimo casato mafioso di Limbadi. Tra le poche condanne comminate la
più pesante è stata per Nazzareno Prostamo, boss ergastolano di San
Giovanni di Mileto, 14 anni. Per gli altri dieci condannati pene comprese
tra i 6 e i 9 anni.  Le motivazioni, scritte in 132 pagine, sono state
depositate contestualmente alla lettura del dispositivo.

VIBO VALENTIA – Dopo quasi dieci anni di processo nei confronti di 43 imputati, sono state decretate 11 condanne (per un totale di 86 anni di reclusione e 47.500 euro di multa) e 32 assoluzioni. L’accusa, al termine una requisitoria durata due udienze, aveva chiesto invece 28 condanne (per un totale di 379 anni dicarcere e 160.300 euro di multa) e 15 assoluzioni. Cinque giorni di camera di consiglio per una sentenza con contestuali motivazioni che segna il crollo verticale di quello che era il più importante procedimento penale per fatti di mafia in corso davanti al Tribunale di Vibo Valentia: “Genesi”. 

S’è concluso in primo grado dopo ben tredici anni dalla maxioperazione che l’aveva generato, che raccontava fatti risalenti fino all’inizio degli anni ’90, i più importanti – ha stabilito ieri il Tribunale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Antonio Di Marco – superati da altri giudicati o dall’intervenuta prescrizione dei reati.
Escono assolti tutti gli imputati per i quali il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e la collega Simona Rossi avevano chiesto le pene più pesanti, ovvero i boss, il gotha del clan Mancuso diLimbadi. “Ne bis in idem”, quindi, per Luigi e Giuseppe Mancuso, per i quali erano stati chiesti 27 anni di carcere ciascuno. Assolti anche Pantaleone “Vetrinetta” Mancuso e Pantaleone “Scarpuni” Mancuso, che completano – secondo altri giudicati ed altre indagini – il vertice delpotentissimo casato mafioso di Limbadi. 
Tra le poche condanne comminate la più pesante è stata per Nazzareno Prostamo, boss ergastolano di San Giovanni di Mileto, 14 anni. Per gli altri dieci condannati pene compresetra i 6 e i 9 anni.  Le motivazioni, scritte in 132 pagine, sono state depositate contestualmente alla lettura del dispositivo.
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