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Un messaggio di legalità e di speranza quello portato da Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, a Vibo Valentia, dove ha incontrato don Tonino Vattiata, il parroco di Pannaconi di Cessaniti al quale domenica notte è stata data alle fiamme l’auto: «La cultura è la sveglia delle coscienze» – ha detto don Ciotti ricordando come «in tutta Italia vi sia una un’offensiva contro l’azione di Libera di estrema gravità. Non è solo la Calabria e il Vibonese che soffrono, ma per contro ci sono state già 4.500 prenotazioni di ragazzi che vogliono lavorare nei campi confiscati, e sarebbero tre volte tanto se le proprietà sottratte alla malavita fossero in numero maggiore.
C’è un’Italia che è chiamata in gioco e che deve sentire forte questo impegno nella lotta alla criminalità. Oggi – ha proseguito il presidente di Libera – ho voluto portare un piccolo contributo in una terra meravigliosa come la Calabria, con gente meravigliosa che sta lottando per liberarsi da questa cappa di insofferenza e difficolt… quotidiana. E le insofferenze non riguardano solo una parte del paese ma le si riscontrano ovunque».
Parlando degli attestati di solidarietà a don Vattiata, don Ciotti ha voluto puntualizzare che questa non basta più: «Serve corresponsabilità. Cio sentirsi corresponsabili con l’azione di don Nino, e quando succedono episodi di questo genere ti senti visceralmente corresponsabile, parte di qualcosa di più importante che ti consente di trasformare i sogni in opportunià».
Per don Ciotti il compito della chiesa «è di illuminare le coscienze, formare le persone e renderle capaci di intervenire e mettersi a disposizione del bene comune». Infine riferendosi al territorio Vibonese ha aggiunto che il suo sogno è vedere nascere anche qui delle cooperative e che in esse via sia la presenza di giovani del luogo che lavorano gomito a gomito. «Liberare – ha detto – la terra per liberare le persone. Una terra i cui prodotti raccontano di una realtà finalmente liberata e libera da ingiustizie e sopraffazione. E questo può avvenire anche qui. A Vibo Valentia».

DON CIOTTI ANCHE A GIOIA TAURO
Dopo la sua visita a Vibo, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti ha incontrato don Pino Demasi, referente dell’associazione nella Piana di Gioia Tauro e i giovani della coop che gestisce i beni confiscati alla ‘ndrangheta e che hanno subito tre giorni fa, l’ennesimo atto intimidatorio con l’incendio di centinaia di alberi di ulivo che erano stati confiscati ai Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina ed affidati alla coop di Libera: «Non so se l’incendio possa essere legato all’arrivo della Nazionale di calcio e comunque non lo posso escludere – ha detto Don Ciotti – ma se dovesse essere così posso dire che il direttore generale della Figc, non appena ha saputo dell’atto intimidatorio alla coop Valle del Marro, mi ha telefonato per esprimere solidarietà ma anche per accelerare l’arrivo della Nazionale di Cesare Prandelli nella Piana». La Nazionale, secondo l’intenzione della Federazione, si recherà ad allenarsi su un campo di calcio a Rizziconi confiscato alla cosca Crea.
«Sono venuto – ha poi detto don Ciotti – non per esprimere solidarietà ai ragazzi della Valle del Marro ma per invitare tutti alla corresponsabilità. Nella Piana e più in generale in Calabria stanno crescendo i segni positivi di riscatto dalle mafie per cui il lavoro di questi giovani ovviamente dà fastidio così come dà fastidio l’azione di altre coop in Sicilia dove poche ore fa sono accaduti fatti molto gravi che sono all’esame della magistratura». Don Ciotti sulla vicenda siciliana non ha voluto aggiungere altro per rispetto a chi sta conducendo le indagini.
Subito dopo don Ciotti si è recato a visionare personalmente l’uliveto distrutto dall’incendio a Castellace di Oppido Mamertina. I terreni sono stati visitati anche dal senatore del Pd ed ex prefetto di Reggio Calabria Luigi De Sena e dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo. Dopo il sopralluogo don Ciotti ha annunciato che si recherà al porto di Gioia dove incontrerà i portuali che stanno manifestando per la tutela dello scalo portuale.

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