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VIBO VALENTIA – All’ospedale “Jazzolino” l’acqua non è potabile. «In attesa di nuova campionatura dell’acqua del presidio ospedaliero, è fatto divieto di utilizzare l’acqua della rete idrica ospedaliera per uso alimentare e fino a nuova diversa disposizione». Poche righe partite dalla direzione sanitaria e indirizzate ai direttori delle unità operative, ai coordinatori del personale infermieristico e tecnico e, ovviamente, all’impresa che si occupa del servizio di cucina. 

Torna così alla ribalta della cronaca la qualità dell’acqua distribuita nella rete idrica vibonese ed immessa dal bacino artificiale dell’Alaco, gestito dalla Sorical e più volte al centro di vicende di carattere giudiziario molto delicato, considerato che questo bacino rifornisce sia la provincia di Vibo che parte di quella di Catanzaro.

Non è chiaro a quando risalgano le campionature, né quali valori abbiano reso l’acqua dello “Jazzolino”, in base alle analisi effettuate, non conformi al consumo alimentare. Già in altre circostanze, si ricorderà, nella provincia di Vibo Valentia erano scattati allarmi simili con ordinanze sindacali a volte rimaste in vigore per settimane. Per tale motivo la Procura ha addirittura istruito un’inchiesta con l’accusa di avvelenamento colposo di acque contestata in capo a diversi soggetti, tra cui anche amministratori locali.

Lo scorso anno sono stati diversi i campanelli di allarme sulla qualità dell’acqua del bacino artificiale, con allarmi poi smentiti (LEGGI), polemiche, dubbi e fino all’interessamento dell’Istituto superiore di sanità (LEGGI), con un’indagine aperta anche sui mancati controlli dell’acqua che vede 36 indagati (LEGGI).

 

 

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