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VIBO VALENTIA – Avrebbe sofferto di una condizione fetale particolarmente sofferente la neonata morta durante il tragitto in ambulanza dall’ospedale di Vibo a quello di Catanzaro. Trasferimento necessario a causa di un’asfissia che ha colpito la piccola subito dopo il parto cesareo, eseguito «correttamente – secondo quanto spiegato dal direttore sanitario Michelangelo Miceli – poco prima dell’una» dal primario Antonio Imbarlina che ha chiesto all’Azienda Sanitaria di Vibo di avanzare istanza di svolgimento dell’esame autoptico che sarà svolto su disposizione della procura di Vibo Valentia che riguardo l’accaduto ha aperto una indagine condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia alle direttive del dirigente Orazio Marini, e coordinata dal sostituto procuratore Santi Cutruneo. 

I genitori erano originari di Dinami ma vivono ad Arena, due centri delle preserre vibonesi.  

Viste le condizioni della piccola è stato deciso l’immediato trasferimento presso il Pugliese-Ciaccio del capoluogo di regione nell’ambulanza provvista della culla termica per preservarne la temperatura con a bordo il primario di pediatria Caterina Procopio e l’anestesista. 

Purtroppo il quadro clinico era già compromesso e la neonata è spirato verso le 13.20 all’altezza del carcere di Vibo Valentia e a quel punto l’ambulanza non ha potuto fare altro che tornare al nosocomio vibonese, tuttavia, se fosse rimasta in vita, avrebbe dovuto subire un nuovo trasferimento all’Annunziata di Cosenza, unico centro in Calabria in grado si mettere in atto le pratiche di salvataggio e assistenza necessario. 

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