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MATERA – Un sopralluogo congiunto con i Consulenti tecnici d’ufficio, gli indagati e le parti lese, individuate in ben 42 condomini dei civici 18-24.

E’ fissato per il prossimo 1 febbraio tra le macerie di vico Piave, per effettuare accertamenti e verifiche definite tecnicamente irripetibili, richiedendo di conseguenza la presenza di tutte le parti in causa.

L’indicazione è contenuta nelle 54 copie degli avvisi di garanzia, notificate sabato ai 12 indagati e in fase di notifica per conoscenza alle parti lese. Un atto dovuto, quest’ultimo, poiché secondo la recente giurisprudenza in base a sentenze della Corte di cassazione, i cosiddetti poteri di rivalsa delle parti lese, sono notevolmente aumentati. In altri termini, i 42 condomini hanno il diritto di assistere a determinati atti d’indagine, per averne contezza a loro garanzia.

Una dimostrazione ulteriore, semmai ce ne fosse bisogno, del fatto che le indagini sul crollo stanno muovendo su due direttrici, come ipotizzava nei giorni scorsi il Quotidiano. I capi d’accusa, così come indicati negli avvisi di garanzia, sono quelli di lesioni e disastro colposo, oltre a omicidio colposo, poiché il drammatico evento ha causato la morte della 31enne Antonella Dina Favale, che risiedeva al piano terra ed è stata praticamente schiacciata dalla massa dei tre piani sovrastanti. In questa fase, non c’è alcuna ulteriore indicazione sui singoli profili di responsabilità, ma è certo che a carico dei tecnici del Comune e dei Vigili del fuoco ci sono solo responsabilità nei controlli effettuati, anche se la loro posizione soggettiva sarà tutta da individuare, tra chi ha semplicemente vistato una relazione e chi, invece, l’ha materialmente redatta. Il dato oggettivo è che in quei verbali di sopralluogo del 15 e del 23 dicembre, ma anche del 7 gennaio 2014, c’erano precise indicazioni e prescrizioni a carico degli amministratori e responsabili di condominio, peraltro individuati nella relazione dell’ingegnere comunale Lamacchia Acito, anch’egli indagato.

Ai responsabili dei condomini interessati dal crollo, individuati dalla Procura nei quattro civici dal 18 al 24, compresi i tre rimasti in piedi, il 23 dicembre veniva indicata “l’impellente necessità -si legge nella relazione tecnica di Lamacchia Acito- di incaricare dei tecnici di specifica competenza (strutturisti), che eseguano un monitoraggio continuo sull’evolversi del dissesto in atto (il riferimento è alle crepe individuate in più punti ndr) e che celermente , a seguiro dell’esperimento delle connesse attività tecniche (accurato rilievo strutturale, caratterizzazione meccanica dei materiali costituenti le strutture , calcoli di verifica statica delle membrature portanti…), rendano un giudizio sulla sicurezza dei fabbricati indagati (ironia della sorte ndr) e sulla loro idoneità statica all’uso a cui sono adibiti”.

In conclusione, Lamacchia Acito indicava l’incarico all’ingnegner Giovanni Losito per i civici 18-20, mentre per i civici 22-26 precisava che l’amministratore di condominio, la dottoressa  Montemurro, si sarebbe attivata all’esito di una riunione con i residenti. L’ingegner Losito, nei giorni scorsi, ha indicato in un cedimento delle fondazioni, indebolite da infiltrazioni d’acqua o recenti opere di scavo, la causa principale del crollo, che potrebbe essere scaturito anche dal liquefacimento dei terreni di riempimento di un ipogeo sottostante. Tutte ipotesi  da verificare, il sopralluogo di sabato prossimo sarà un primo importante passo, probabilmente irripetibile perchè poi la Procura potrebbe dissequestrare totalmente o in parte l’area, sia per la rimozione delle macerie che per la messa in sicurezza dei passaggio alle palazzine prospicienti, dove residenti potrebbero tornare in tempi brevi. Al sopralluogo parteciperanno i legali e gli eventuali tecnici indicati anche dagli indagati a loro tutela.

a.corrado@luedi.it

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