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SPIEGANO le loro ragioni e dicono «Non siamo delinquenti». A parlare sono alcuni componenti della famiglia che vive nella casa che l’Ater aveva assegnato ad un ex residente di vico Piave e che il 24 marzo prossimo dvranno lasciare l’abitazione.
«Non siamo sordi alla sua sofferenza, ma anche la nostra situazione non è semplice – spiegano. Nell’abitazione vivono attualmente un uomo, disoccupato, sua moglie, i loro tre figli e il nonno.
«Quella casa – aggiungono – l’abbiamo occupata ancora prima che fosse assegnata all’ex residente di vico Piave. Il tribunale ci ha comunicato che l’appartamento deve essere liberato, ma uno sfratto ha dei tempi e per noi è difficile trovare un’altra sistemazione, pur riconoscendo il suo diritto». Chiedono che si faccia chiarezza e che si comprenda che non hanno voluto danneggiare una persona già segnata da una tragedia.
«Non è il sindaco a dover risolvere questo problema. Spetta all’Ater intervenire – proseguono, aggiungendo – Abbiamo saputo, nel frattempo, che si sarebbero sbloccati alcuni alloggi e questo potrebbe consentirgli di sceglierne uno tra quelli disponibili. Noi, almeno, con la sanatoria potremmo avere un contratto di locazione in questa casa».

a.ciervo@luedi.it

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