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POTENZA – In termini di relazioni Regione-Eni è un’assoluta inversione di tendenza. Quello che è accaduto lunedì scorso al Centro Oli di Viggiano non dovrà più ripetersi. Al di là delle rassicurazioni della compagnia petrolifera, che fino a ora ha escluso danni all’ambiente.

A fare la voce grossa è il neo assessore all’Ambiente, l’avvocato Aldo Berlinguer. Che in pratica ha diffidato la compagnia: nel caso in cui dovessero ripetersi malfunzionamenti all’impianto, come quelli che lunedì hanno determinato l’innalzamento della fiamma fino a cinquanta metri di altezza dal camino del Centro Oli, «saranno attivate le procedure di legge». Che in pratica significa azioni più forti nei confronti della società.

Si tratta in fondo di quello che suggerisce anche l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata qualche mese fa a Eni.

Ma la fermezza del neo assessore nel ribadire che ad episodi analoghi seguiranno misure altrettanto adeguate, rappresenta sicuramente un diverso approccio alla questione ambientale lucana. Che potrebbe rappresentare l’inizio di nuovo corso nei rapporti forza Ente-Eni.

Una decisione, quella della diffida, assunta dall’assessore dopo il vertice dello scorso martedì con  il vice presidente del distretto Meridionale Eni in Basilicata, Ruggero Gheller.

E, sicuramente, a seguito di una consultazione con il presidente Pittella. Berlinguer chiarisce: «I rapporti con Eni sono buoni e vanno preservati. E fino ad ora non si registra nessun particolare allarme rispetto all’incidente dello scorso lunedì. La diffida non è una minaccia, ma un invito a elevare ulteriormente, quantità e qualità dei controlli sull’impianto». 

Perché – aggiunge l’assessore – «in questa nuova fase di relazioni con Eni che la nuova Giunta intende aprire, la Basilicata viene al primo posto. Ci sarà l’occasione, mi auguro – continua ancora – per rinsaldare ulteriormente i rapporti con la compagnia nell’ottica della collaborazione».

A patto che si  si guardi innanzi tutto «alla tutela dell’ambiente e poi ai benefici che le attività estrattive devono garantire al popolo lucano». Ed è questo che rappresenta la principale novità. Le parole ascoltate saranno pure non nuove. Ma che per la prima volta vengono accompagnati dai fatti, ovvero la diffida. Qualcosa di simile rispetto a quanto accaduto lunedì, a Viggiano, si era già visto. Fino a ora, però, non era seguita una posizione politica altrettanto forte. Anzi. Anche quando, l’estate scorsa, era stata la stessa Agenzia della Regione a lanciare l’allarme circa l’innalzamento dei valori di alcuni inquinanti, dal dipartimento è sembrato quasi che si volesse gettare acqua sul fuoco. Ora è lo stesso assessore a parlare di “nuova fase”.

A dimostrazione del fatto che sbandierare ogni tanto la sola riforma dell’Agenzia regionale non basta a fare un rinnovato approccio alla questione ambientale non lucana. E’ la politica che in primo luogo deve con coscienza stabilire quale grado di priorità assegnare alla tutela del territorio e della salute dei cittadini. Questione avvertita come non più rinviabile da parte di tutti lucani e, soprattutto, da parte delle popolazioni della Val D’Agri. In rete gira l’ennesimo video che ha ripreso la lunga fiammata dello scorso lunedì. Il titolo recita: “Forse un giorno diremo: una disgrazia che poteva essere evitata”. Ecco perché cè bisogno di segnali forti. E l’assessore Berlinguer sembra essersi messo sulla strada giusta.

m.labanca@luedi.it

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