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COSENZA – Era una villa con piscina a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza il luogo nel quale trascorreva periodi di vacanza e fine settimana il boss del clan camorristico dei casalesi Nicola Panaro.

Stamattina i carabinieri hanno eseguito a Casal di Principe e in altre zone del Casertano una misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, arrestando 13 persone, mentre a una quattordicesima il provvedimento è stato notificato in carcere: sono ritenuti fiancheggiatori di elementi di vertice della cosca campana. Gli indagati però, sarebbero ancora più numerosi. E nell’operazione è scattato anche un sequestro anche di beni, tra immobili, quote societarie, terreni, auto e moto.

Nicola Panaro si nascondeva grazie anche a carte di identità contraffatte ottenute grazie alla complicità di un dipendente dell’ufficio anagrafe del Comune di San Cipriano d’Aversa: il boss, arrestato nel 2010 dopo una lunga latitanza, e la moglie usavano i dati anagrafici del fratello e della cognata dell’impiegato. 

Ed è stato dalle indagini che è venuta fuori tutta la rete di copertura che circondava Nicola Panaro: intercettazioni, collaborazione di pentiti, accertamenti patrimoniali e  ocumentazione sequestrata a Panaro al momento dell’arresto hanno permesso di ricostruire le vacanze con famiglia e amici persino a Montecarlo, ma soprattutto nella villa sul Tirreno cosentino, considerato abituale rifugio. La villa ora è stata posta sotto sequestro.

 

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