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POTENZA – Sono 18 i lucani per cui la Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta “Good news” su una presunta un’organizzazione specializzata nel fabbricare i documenti necessari a chi da Islamabad e dintorni intendeva trasferirsi in Italia, o soltanto transitarvi per raggiungere varie destinazioni nell’Europa continentale.
Si tratta di: Gerardo Palladino (60, Pietragalla), già arrestato nell’ambito della stessa inchiesta a giugno dell’anno scorso; Caterina Riccardi (54, Genzano); Giuseppe Pacella (28, Genzano); Emanuele Bruno (29, Palazzo S.G.) e Paquale Bruno (33, Palazzo S.G.), consigliere comunale delegato al “marketing territoriale e la promozione dei prodotti agricoli”.
Per loro l’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione a delinquere con un gruppo di pakistani, da tempo residenti a Piacenza, che avevano fiutato il business, riuscendo a fare entrare illegalmente nel “Bel paese” almeno 445 connazionali, intascando qualcosa come 5,8 milioni di euro.
Palladino, in particolare, in qualità di «organizzatore, avrebbe provveduto «all’acquisizione, sia personalmente che per il tramite di altri cittadini italiani (“reclutatori”) partecipi dell’organizzazione, delle dichiarazioni da parte di un numero imprecisato di datori di lavoro disposti ad assumere in maniera fittizia e in cambio di denaro, manodopera straniera». Dichiarazioni «necessarie – secondo il capo d’imputazione a firma dei pm Stefano Orsi e Morena Plazzi – per il conseguimento dei nulla osta per l’ingresso in Italia». Poi lo stesso Palladino avrebbe provveduto a distribuire «ai finti datori di lavoro i nominativi degli stranieri interessati a giungere in Italia». Infine avrebbe raccolto «i relativi nulla osta singolarmente pagati con somme di denaro (fino a 1.500 euro per ciascuna preatica) provvedendo nel contempo a sollecitare – nonché pagare – anche la velocizzazione delle procedure per il rilascio dei visti consolari».
Devono rispondere soltanto del reato meno grave di favoreggiamento: Savino Palumbo (46, Genzano); Savino Lorusso (49, Genzano); Giuseppe Lancellotti (40, Genzano); Elia Di Stasio (34, Maschito); Carmine Volpe (40, Forenza); Luigia Langone (46, Ruoti); Arnaldo Lagala (46, Venosa); Incoronata Traficante (45, Atella); Rocco Imbriani (47, Melfi); Agostino Summa (44, Atella); Salvatore Summa (50, Atella); Monica Siviero (47, Filiano) e Franco Alberto Di Bello Tolla (44, Pignola).
Secondo gli investigatori il prezzo complessivo del viaggio e dei documenti poteva arrivare a 18mila euro per dal Pakistan decideva di affidarsi all’organizzazione, che in cambio gestiva tutto: dallo sbarco all’aeroporto Malpensa, all’alloggio temporaneo e il trasferimento oltreconfine. In particolare Spagna e Francia, da dove è arrivata la segnalazione che ha fatto partire le indagini. Poi i soldi venivano girati, in parte, a vari imprenditori compiacenti, disposti a sottoscrivere contratti di lavoro fasulli, perlopiù di tipo stagionale nel comparto agricolo, in cambio di una “mazzetta” tra i 1.500 e i 5 mila euro a testa.
l.amato@luedi.it

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