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RENDE – La cooperativa Rende 2000 era una sorta di quartier generale dove si mischiavano assunzioni e consensi. Si sarebbe data vita così ad un sistema clientelare tale da arrivare dai 6 ai 700 voti per uno o l’altro sindaco, tutti targati Pd. E’ un’ipotesi investigativa, una tesi ancora da verificare.  Ma anche la sintesi di un’inchiesta giudiziaria ampia ed articolata, sulla quale si sta ancora lavorando. 

L’altro pomeriggio a Cosenza, difatti, tre dipendenti della cooperativa sono stati ascoltati a lungo dagli inquirenti, chiamati come persone informate sui fatti nell’inchiesta della Dda che vede appunto indagati l’ex primo cittadino Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo, che secondo l’ipotesi dei pubblici ministeri Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, all’epoca in cui ricoprivano il ruolo di sindaco e assessore di Rende, avrebbero finanziato la cooperativa Rende 2000 che sarebbe in mano a Michele Di Puppo, arrestato nel dicembre scorso (nell’ambito della stessa inchiesta) e ritenuto un elemento di spicco della cosca Lanzino. Per i politici dunque c’è, dal dicembre scorso, un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e voto di scambio. Le indagini però continuano e le delibere e le intercettazioni da “decifrare” non sono poche. Potrebbero esserci a breve, altri indagati.   

Mercoledì sera, intanto, negli uffici della Procura di Cosenza, davanti al magistrato della Dda Pierpaolo Bruni è arrivato anche l’ex consigliere comunale Rocco Infusino di Idv. Il politico è stato sentito dai magistrati non solo perchè in quegli anni, quando appunto Bernaudo era sindaco, era consigliere comunale, ma anche perchè il suo nome è  venuto fuori da una serie di intercettazioni telefoniche. 

Il servizio completo, a firma di ANDREANA ILLIANO, sull’edizione cartacea di oggi.

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