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Ha chiesto la condanna degli ex presidenti della Regione Calabria, Agazio Loiero del centrosinistra, e Giuseppe Chiaravalloti del centrodestra, oggi, il sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla a conclusione della requisitoria nel processo d’appello per 16 tra politici, funzionari regionali ed imprenditori coinvolti nell’inchiesta Why Not e per i quali, nel marzo del 2010, si era concluso il processo di primo grado svoltosi con rito abbreviato. Facciolla, in riforma della sentenza di primo grado che aveva mandato prosciolti Loiero e Chiaravalloti, ha chiesto la condanna, rispettivamente, a un anno ed un anno e sei mesi di reclusione.
Facciolla ha chiesto la condanna anche di altri sette imputati che erano stati prosciolti dal gup, tra i quali l’ex assessore regionale di centrodestra Gianfranco Luzzo. L’accusa ha anche chiesto l’aumento delle pene inflitte in primo grado a tre imputati tra i quali Antonio Saladino (in foto), considerato il principale imputato dell’inchiesta ed ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria. Per Saladino, condannato a due anni dal gup, il pg ha chiesto quattro anni e due mesi di reclusione.
Dopo la conclusione della requisitoria di Facciolla, che rappresenta l’accusa insieme al collega Massimo Lia che aveva parlato nella scorsa udienza, sono cominciate le arringhe dei difensori. La Procura generale di Catanzaro aveva presentato ricorso contro l’assoluzione di alcuni imputati dal reato di associazione per delinquere mentre per tutti gli altri l’appello riguarda il reato di abuso in atti d’ufficio.

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