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ROMA – La Calabria e le sue principali città continuano ad occupare le ultime posizioni nella speciale classifica del Sole24ore riguardante la qualità della vita nelle province italiane. Una situazione che ripropone, anche se con qualche miglioramento in alcuni specifici settori e diversi peggioramenti in tanti altri e soprattutto nella media generale che dà luogo poi alla classifica finale, per le cinque province calabresi il risultato degli anni precedenti.

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Reggio Calabria è quella che evidenzia il dato peggiore classificandosi all’ultimo posto ma tra le cinque calabresi è Vibo Valentia che fa registrare la maggiore flessione registrando ben 12 posizioni in meno rispetto allo scorso anno.

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DELLE CINQUE PROVINCE CALABRESI
DIVISI PER SETTORE

Andando nel dettaglio è ancora Crotone la città calabrese con la migliore qualità della vita. La città pitagorico si posiziona all’ottantanovesimo posto con 444 punti perdendo rispetto allo scorso anno ben 9 posizioni. Poco dietro c’è Cosenza, unica delle cinque province della Calabria a non far registrare un peggioramento rispetto allo scorso anno ma incapace di migliorarsi restando ancorata al novantottesimo posto con 427 punti. Due posizioni più indietro c’è Catanzaro che rispetto allo scorso anno perde 10 posti facendo registrare 423 punti in totale. In coda alla classifica ci sono, come detto Vibo Valentia (centonovesima) con 414 punti e 12 posizioni perse in un anno, e Reggio Calabria staccatissimo fanalino di coda al centodecimo posto con 392 punti e 9 posizioni in meno rispetto al 2014.

A livello nazionale Bolzano passa in testa scalzando Trento, Milano è in seconda posizione e la Capitale, Roma, scende dal dodicesimo al sedicesimo posto. Lo studio è giunto quest’anno alla 26esima edizione e mette a confronto alcuni aspetti della vita nella diverse città italiane seguendo un criterio di valutazione ripartito in sei aree: Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero, Tenore di vita, Affari e lavoro.

Bolzano raggiunge la vetta per la quinta volta in 26 anni (dopo 2012, 2010, 2001 e 1995) grazie alle due macroaree Tenore di vita e Affari e lavoro: tasso di occupazione (71% contro una media del 56%), crediti in sofferenza (solo 5,7%, ossia meno di un terzo rispetto al valore medio), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in più della media). Buoni risultati anche in Popolazione, in particola per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita e nel Tempo libero, dove è prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri.

All’estremità opposta, Reggio Calabria ha i piazzamenti peggiori nelle tre macroaree Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi Ambiente e Salute: alta è la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (Prodotto interno lordo) pari a meno del 2%, la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’utenza), pessimo poi il voto espresso da Legambiente.

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