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Il porto di Vibo Marina

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VIBO VALENTIA – Nel Paese dei paradossi, del surreale, dell’assurdo, appare quasi normale ciò che di qui a poco andremo a raccontarvi. Il problema è che di mezzo ci va lo sviluppo di un intero territorio, in particolare della maggiore infrastruttura presente in esso. Non è soltanto una storia di burocrazia come si potrebbe ritenere ma di una mancanza di comunicazione tra Enti (e che Enti!) che rende di fatto sbloccata una somma di rilevante entità col rischio che questa possa essere perduta o dirottata altrove.

Questa, quindi, la premessa di una vicenda emersa ieri in occasione del seminario tecnico organizzato dalla Regione su City Logistics e Safety School. E la vicenda attiene al porto di Vibo Valentia, o meglio ai finanziamenti per procedere all’ammodernamento e al rilancio. Ebbene, quei 18 milioni di euro, che rappresenterebbero una vera e propria manna dal cielo, sono bloccati perché il governo non da quattro anni non attiva l’Iban per il trasferimento delle risorse da parte della Regione che poi lo Stato stesso dovrà erogare al Comune.

Più precisamente mancano le coordinate sulle quali versare i fondi che sono già pronti, ma chiusi in un cassetto. Assurdità che nell’era della comunicazione globale sono quasi da non credere. Ma non è certo una “Fake news”.

La denuncia arriva da Francesco Russo, vicepresidente della Regione Calabria, che ha aperto i lavori della kermesse alla Camera di Commercio ricordando che per quanto concerne l’infrastruttura è «dal 2015 che chiediamo al governo nazionale di intervenire ma per tutto questo tempo è stata dimostrata una totale disattenzione. Ricordiamo che, in base alla legge sui porti, quello di Vibo, che per noi è assolutamente strategico, deve essere integralmente finanziato dallo Stato che non ha speso neanche un euro.

Da parte sua, la Regione ha messo risorse specifiche per realizzare fare una sola banchina e poi per tutte le altro; il Ministero per le infrastrutture ha approvato il nostro progetto ma siamo in una fase di stallo incredibile in quanto abbiamo la disponibilità finanziaria per 18 milioni ma non è stato ancora attivato l’Iban sul quale versare i soldi», ha affermato Russo suscitando non poco stupore tra i presenti.

Insomma tutto è bloccato per una mail non inviata o una cornetta del telefono rimasta giù. «Mi auguro – ha aggiunto Russo – il governo si attivi al più presto, anche se sono passati tre governi di colore diverso. Quella di Vibo è una infrastruttura che ha due caratteristiche: commerciale e con potenzialità forte sia crocieristiche. E sarà assurdo se la Regione sarà obbligata, tra un determinato lasso di tempo, a dirottarli altrove perché in questo caso non perderebbe solo Vibo ma tutti quanti».

E ad ascoltare le parole del vicepresidente della Regione vi era anche il sindaco Maria Limardo che non ha nascosto il suo stupore per la vicenda evidenziando come, in ordine al progetto, fin dal suo insediamento l’amministrazione abbia avviato con la Camera di commercio un partenariato molto forte anche sui Contratti istituzionali di sviluppo: «Riaccendere i riflettori sulla questione “porto” è di fondamentale importanza», ha aggiunto il sindaco in riferimento proprio ai Cis ma trovando i rilievi del segretario generale della Camera di Commercio secondo i quali devono essere esclusi sia i progetti concernenti il dissesto idrogeologico che quelli già finanziati nel Patto per la Calabria, nel quale ricade appunto lo scalo marittimo.

Ad ogni modo, il primo cittadino ha rilevato che la linea di finanziamento pur essendoci è bloccata e quindi allo stato si pone la necessità di uno sblocco oppure di trovare altre strade per erogare i fondi: «In un modo o nell’altro bisogna uscire da questa impasse, sono assolute la necessità di infrastrutturare il porto e pertanto dobbiamo e, quindi, far capire ad Invitalia (la società dipendente dal Ministero dello sviluppo economico, ndr) quanto il porto sia di fondamentale importanza per il nostro territorio.

Quindi, o il governo attiva l’Iban a livello regionale, in modo tale da trasferire i finanziamenti, oppure provveda da sé seguendo un altro percorso che conduca all’erogazione dei soldi. Perché questi fondi ci servono. È indubbio».

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