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POTENZA – Se Potenza piange, Matera invece ride. Ribaltando la classica equivalenza del proverbio su Atene e Sparta, l’andamento della prima settimana di saldi – a sentire i responsabili di due associazioni di categoria – non preoccupa i negozianti materani, mentre cruccia quelli potentini. Li angustia, perché – dice Rocco Furone, delegato cittadino di Confcommercio – non si vede via d’uscita.

«Non sono cominciati proprio male – spiega – ma nemmeno col botto. Come anche l’anno scorso, qualcuno a comprare viene, ma non c’è la fila come anni fa». L’ipotesi di Furone, per spiegare la “timidezza” dei potentini, merita una sottolineatura: «Qui in città non accade più nulla – dice – Non è più come un tempo, quando c’erano circoli culturali, si andava a teatro, a cena fuori, lo sport era più sentito. La gente aveva voglia di cambiarsi, di apparire al meglio, di non sfigurare. Perciò, si compravano tanti vestiti. E, quando veniva il momento dei saldi, si riempivano i sacchi, facendo la scorta di abiti per un’intera stagione. Oggi stanno tuti a casa».

Dopo una primavera-estate piovosa, gli esercenti arrivano ai saldi con i magazzini pieni e assortiti. «Ma non si fa la corsa per accaparrarsi il capo migliore», assicura Furone. Il quale respinge le accuse di prezzi troppo alti in centro, assicura che i negozi potentini sono «cento volte meglio» di quelli di Salerno e lancia un appello agli amministratori locali perché rivitalizzino la città. «E’ oramai tutto morto – commenta – come anche le promesse della campagna elettorale». Francesco Lisurici è presidente di Confesercenti Matera. Anche a Matera non c’è stato il botto, dice. Ma non è un problema.

«I saldi a Matera – spiega – cominciano sempre in sordina: il 2 luglio l’attenzione è tutta presa dalla Festa dela Bruna, di cui – soprattutto ora – i materani sono molto orgogliosi e la vivono dal primo all’ultimo momento. Poi c’è stata domenica». Ma Matera è lanciata verso vette di vitalità cui Potenza non può aspirare: il superspot del film “The Passion” di Mel Gibson ne celebrò l’aspro fascino anni fa, poi i Sassi esplosero nel mondo. Infine, la nomina a Capitale della cultura 2019. «Le vendite presaldi – dice Lisurici – sono andate meglio degli anni scorsi. Sembra ci sia una piccola ripresa. I saldi, dopo la partenza a marce ridotte, dovrebbero andare bene».

L’abbigliamento è, ovviamente, un settore interessato marginalmente da Matera 2019 rispetto a tutto il comparto turistico; bar, ristoranti, alberghi già sperimentano l’aumento di visite e si preparano a vederne sempre di più. E tanti visitatori in più vuol dire effetti positivi per tutti. «Per questo – fa sapere – stiamo sensibilizzando, già da un po’, gli esercenti perché possano stare aperti anche nei giorni festivi e che anticipino le aperture pomeridiane. C’è una certa resistenza perché tentativi simili in passato non hanno dato esiti positivi». Ma la situazione è diversa.

«Stiamo vivendo – conferma Lisurici – un periodo mai vissuto finora». C’è una preparazione che non riguardi solo le aperture, e che allontani il rischio di un adeguamento a Matera 2019 che si traduca in un mero aumento generalizzato dei prezzi? «Certo – risponde Lisurici – Abbiamo organizzato due corsi d’inglese, e ne abbiamo allo studio altri per la prima accoglienza, che insegnino gli atteggiamenti da utilizzare per far sentire il turista a suo agio. Come fosse a casa sua».

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