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Nel corso dell’audizione, Leoluca Orlando (in foto) ha sottolineato più volte che «nessun licenziamento è scattato nei confronti di coloro che non abbiano ottemperato agli obblighi o abbiano commesso reati» rispetto ai recenti episodi di malasanità e ha chiesto esplicitamente di «applicare sanzioni rigorose ai dirigenti medici e ai funzionari amministrativi» a carico dei quali si riscontrino responsabilità.
Loiero ha risposto che «su questi casi siamo ancora in fase di indagine preliminare e quindi non possiamo intervenire con un licenziamento, dobbiamo aspettare la decisione della magistratura».
Un’obiezione alla quale Orlando ha replicato suggerendo di «adottare interventi cautelari, come la sospensione o il trasferimento ad altro reparto, che possono avere anche un forte valore simbolico».
Nell’audizione Orlando ha enumerato i risultati di un rapporto ministeriale sulla sanità calabrese che risale all’aprile 2008, da cui emergeva una situazione estremamente critica.
«Un elenco di anomalie», tra cui spiccano «pronto soccorsi sovraffollati come a Reggio Calabria, a fianco di altri deserti come a Cosenza». Oppure «l’esistenza di 29 punti nascita regionale, 15 dei quali con meno di 500 parti all’anno, e quindi esposti a forti situazioni di rischio per la scarsa casistica. O ancora la realtà di sei case private accreditate, tutte e sei irregolari». Orlando ha citato le parole del rapporto, dove si parla di «disservizio come metodologia della sanità in Calabria» e ha chiesto a Loiero di chiarire cosa sia stato fatto dall’aprile del 2008 ad oggi.

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