X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

Si è conclusa la protesta degli immigrati davanti il Municipio di Rosarno. Il gruppo si è sciolto dopo che una delegazione degli immigrati è stata ricevuta dal commissario prefettizio, Francesco Bagnato. Un incontro nel corso del quale Bagnato ha invitato gli immigrati a sospendere le proteste per consentire il ritorno del paese alla normalità. Stamattina infatti gli immigrati africani avevano ripreso la protesta dopo che ieri c’erano stati scontri con le forze dell’ordine, con ferimento di alcune persone e danneggiamento di centinaia di auto. Gli immigrati erano usciti dalle due strutture di ricovero in cui sono ospitati e sono scesi in strada, scandendo slogan di protesta. Poi circa duemila persone hanno inscenato un sit in davanti al Municipio di Rosarno che è stato poi sospeso.

I CITTADINI DI ROSARNO
Ci sono stati momenti di tensione tra un gruppo di abitanti di Rosarno e le forze dell’ordine dopo che un giovane era stato fermato perchè stava litigando con un immigrato che stava partecipando alla protesta davanti al Municipio. Gli animi si sono calmati dopo che il giovane, che era stato bloccato, di fronte alle proteste degli abitanti, è stato rilasciato.
La reazione degli abitanti, anche in previsione di qualche fermo che poteva essere disposto dalle forze dell’ordine, è stata immediata con grida e insulti verso le forze dell’ordine. «Dovete picchiare loro – ha detto un giovane – e non noi, perchè sono loro i veri criminali». La situazione si è poi risolta senza ulteriori conseguenze. In paese, comunque, resta un clima di intolleranza da parte degli abitanti nei confronti degli immigrati che suscita preoccupazioni tra le forze dell’ordine.
Un altro cittadino di Rosarno invece, ha sparato due colpi di fucile in aria a scopo intimidatorio per disperdere un gruppo di immigrati che si era concentrato davanti la sua abitazione. L’uomo ha sparato i colpi dopo essere salito sulla terrazza della casa. Gli immigrati successivamente sono entrati nell’abitazione dove c’erano la moglie e i due figli dell’uomo, dove però si sono limitati ad urlare e protestare, inveendo contro l’uomo e i suoi familiari, e si sono poi allontanati. L’episodio si è risolto così senza feriti e senza incidenti.
Ed un gruppo di abitanti di Rosarno ha anche raggiunto la zona antistante il Municipio dove son concentrati gli immigrati. Tra i cittadini c’è preoccupazione e malumore tant’è che negozi e scuole sono rimaste chiuse, stamattina, per timore che possano ripetersi gli incidenti accaduti ieri a causa della protesta degli immigrati.

LA TESTIMONIANZA DI UN IMMIGRATO
«Abbiamo bisogno di protezione perchè contro di noi ci sono continue violenze che sono frutto di razzismo». Lo dice ai giornalisti Sidiki, un immigrato africano di 25 anni, che viene a Rosarno di frequente per lavorare nei campi. «Subiamo continuamente – ha aggiunto Sidiki – atti di intolleranza, ma noi siamo lavoratori onesti che vengono qui solo per guadagnarsi il pane e non diamo fastidio a nessuno. Piuttosto, sono intollerabili le condizioni in cui ci fanno vivere perchè avremmo bisogno di più igiene e dignità. Non possono prendersela sempre con noi perchè non abbiamo nessuna colpa. Adesso ci devono garantire sicurezza perchè questo è razzismo».

SU FACEBOOK il gruppo “GLI AFRICANI SALVERANNO ROSARNO
Ed anche il più grande e diffuso social network on line, Facebook, da alcuni mesi ospita un gruppo intitolato ‘Gli africani salveranno Rosarno’.
Al momento vi aderiscono 1500 persone. Scopo del gruppo è quello di una sorta di osservatorio invernale sulla raccolta degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro, mantenere alta l’attenzione, contrastare ogni forma di razzismo, informare correttamente, sfatare i luoghi comuni sul fenomeno dell’immigrazione, promuovere percorsi di integrazione.

LA GIORNATA DI IERI
Ieri sera gli immigrati in rivolta hanno distrutto centinaia di auto, divelto cassonetti svuotati poi sull’asfalto e danneggiato anche le ringhiere delle abitazioni. Scene di guerriglia urbana dunque da parte di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata.
A fare scoppiare la protesta il ferimento da parte di persone non identificate di alcuni cittadini extracomunitari con un’arma ad aria compressa.
I feriti, tra i quali c’è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno, non destano particolari preoccupazione, ma la volontà di reagire che, probabilmente, covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati nella struttura di Rosarno in condizioni ai limiti del sopportabile, e di altri nelle stesse condizioni a Gioia Tauro in locali dell’Ex Opera Sila, non ci ha messo molto ad esplodere. E così ieri è iniziata la rivolta. Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari in larga parte provenienti dall’Africa hanno invaso la strada statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune delle vie principali della cittadina.
Gli episodi di violenza non hanno risparmiato nulla: tutto ciò che si trovasse alla portata dei manifestanti, dalle auto, in qualche caso anche con delle persone a bordo, alle abitazioni, a vasi e cassonetti dell’immondizia che sono stati svuotati sull’asfalto. A nulla è valso l’intervento di polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa davanti ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo.
Nel corso della serata sono arrivati rinforzi e, in un clima di palpabile tensione, si è intavolata una trattativa nel tentativo di fare rientrare la protesta. Anche la popolazione ha reagito davanti alla situazione di caos venutasi a creare e, in queste ore, alcuni giovani di Rosarno, circa un centinaio, stanno seguendo l’evolversi della situazione ad alcune centinaia di metri dalle forze dell’ordine. A Rosarno arrivati tutti i dirigenti dei commissariati di Pubblica sicurezza e i dirigenti delle compagnie di carabinieri della Piana. Tra Rosarno, l’ex fabbrica in disuso, e Gioia Tauro in un immobile dell’ex Opera Sila sono circa 1.500 gli extracomunitari che lavorano come manodopera nell’agricoltura.
La protesta di Rosarno si è conclusa dopo le 23, ma stamattina è ripresa.
Il presidente della Regione, Agazio Loiero, ieri sera ha detto di essere molto preoccupato per ciò che è avvenuto: «E’ il frutto – ha detto – di un clima di intolleranza xenofoba e mafiosa che non riguarda ovviamente la popolazione di Rosarno, giustamente allarmata per la situazione di tensione che si è determinata con la rivolta degli extracomunitari sfruttati, derisi, insultati e ora, due di loro, feriti con un’arma ad aria compressa».
«Auspico – aggiunto Loiero – che dal ministero dell’Interno arrivi una forte iniziativa che tutelando i cittadini di Rosarno, perchè sono intollerabili gli atti di vandalismo, tuteli anche quei tanti disperati contro cui per la seconda volta si è indirizzata la violenza criminale».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE