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Si è mostrato entusiasta per quello che ha vissuto a Riace il regista tedesco Wim Wenders, che ha presentato ieri sera a Roma ‘Il volo’, corto di otto minuti in 3D voluto dalla Regione Calabria e poi lievitato a mediometraggio di 32 minuti.
Nella sala della Casa del Cinema prima della proiezione, è arrivato il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è congratulato di questa «storia della Calabria fattivamente impegnata» e ha fatto «un augurio e un omaggio al regista tedesco molto seguito e amato in Italia».
In sala presenti anche il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e il delegato dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Laurens Jolles.
Il docu-fiction con Luca Zingaretti e Ben Gazzara nasce tra l’incontro tra il regista e un bambino afgano e racconta un luogo dove c’è realmente accoglienza: Riace e Caulonia. In questi piccoli comuni, da oltre dieci anni, l’immigrazione è diventata una risorsa: i rifugiati sono accolti e impegnati in attività artigianali in totale armonia con la popolazione locale, rivitalizzando così borghi destinati allo spopolamento.
Una cosa che ha entusiasmato il regista tedesco tanto da trasformare il soggetto iniziale in un autentico film che alla fine ha dato spazio alla voce dei veri rifugiati come a quella delle vere autorità locali.
‘Il volo’ che ha già ottenuto il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati è stato coprodotto dalla Regione Calabria, dotata appunto di una legge regionale per promuovere questa accoglienza unica nel suo genere in Italia.
Il regista Wim Wenders ha spiegato: «tutto nasce dall’incontro con un piccolo rifugiato che mi ha spinto a portare avanti il progetto iniziale. d’altronde con il 3D ci sono molti tempi morti e alla fine ho capito che le vicende di questa gente, di questi ragazzini erano molto più importanti della fiction che stavo facendo. Questo ragazzino mi ha forzato ad aprire la mia porta e così ho messo al centro di tutto le loro vite». Sempre Wenders ha poi ricordato l’antico rapporto che c’è tra Germania e Italia: «da sempre, dai tempi di Goethe, noi tedeschi abbiamo la nostalgia di questo paese anche per il calore degli occhi». Il regista infine ha spiegato come sta girando un film sulla coreografa tedesca Pina Bausch che uscirà probabilmente a fine anno: «un lavoro che avevo iniziato prima che si ammalasse e poi abbandonato per un pò di tempo. E alla fine portato a termine con il dolore per un’amica che non c’è più».

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