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Il presidente del Senato, Renato Schifani, è oggi a Crotone per una visita istituzionale. Al palazzo dell’Amministrazione provinciale, Schifani è stato accolto dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dal presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo e dalla senatrice Dorina Bianchi dell’Udc, che indossava la stola tricolore che aveva anche il giorno della celebrazione del 150 anniversario dell’unità d’Italia alla Camera.
Schifani ha parlato innanzitutto del tema caldo degli immigrati, ed ha commentato le posizioni assunte dalla Francia e dalla Germania a proposito della questione immigrazione, davanti ai ragazzi dell’istituto professionale ‘Sandro Pertinì di Crotone: «Non basta definirsi cittadini europei e parlare di Europa unita, quando lo spirito di solidarietà concreta fra le Nazioni europee viene a mancare, quando esse, come sta accadendo in questi giorni in tema di immigrazione, chiudono le proprie frontiere dinanzi a fenomeni di così rilevante entità che andrebbero gestiti ed affrontati con un vero senso di fratellanza che fatalmente sta venendo a mancare».
La seconda carica dello stato si è chiesta «fino a che punto ha senso parlare di Europa unita vista come futuro centro di riferimento per una coesione sociale, politica, istituzionale ed economica delle Nazioni che ne fanno parte, quando dinanzi a problemi come quelli di questi giorni ci si trincera – ha sottolineato – in particolarismi e valutazioni esclusivamente nazionalistiche che non lasciano alcun campo a forme di collaborazione necessarie ed indispensabili ad un vero, reale e credibile processo di integrazione europea».
Per quanto riguarda l’incidenza della ‘ndrangheta sul territorio calabrese «Non è consentita l’equazione Calabria uguale ‘ndrangheta», ha detto Schifan, il quale ha lanciato un appello ai giovani «a lottare contro la criminalità organizzata per realizzare un futuro dove la regione Calabria non sia più identificata e confusa con la ndrangheta».
«Il Sud – ha proseguito – stenta a decollare e a raggiungere gli standard anche, o forse prevalentemente, per la presenza soffocante delle mafie». E quindi, «chi vive in una terra del Mezzogiorno ha l’obbligo non soltanto giuridico, ma anche morale di fare qualcosa, per incidere con comportamenti e fatti concreti, per contribuire a scardinare definitivamente tutte le sacche di illegalità che impediscono di emergere al tessuto sociale sano. La legalità, ovvero il rispetto e l’osservanza delle leggi, è la condizione fondamentale per affermare libertà, giustizia e quieto vivere fra gli uomini».
Per Schifani non bisogna consentire «atteggiamenti di inerzia, come fossero fatti che non ci appartengono» e proprio i giovani «devono fare la differenza per costruire il futuro giorno dopo giorno, seguendo l’unica strada vincente che è quella della legalità». Secondo Schifani, il riscatto della Calabria «non sta soltanto nelle mani della magistratura e delle forze dell’ordine ma anche nella forza di volontà dei cittadini che devono denunciare ogni tentativo di estorsione. La ribellione deve esserci dal basso – ha aggiunto – possiamo farcela e lo dico da uomo del sud. In Sicilia si stanno facendo passi in avanti, la mafia si sta sconfiggendo. Anche la Calabria – ha concluso – può farcela».

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