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ROTONDELLA – Scoperto il gene che controlla il colore delle pesche.

Si tratta, in particolare, di un singolo gene che ne determina la colorazione, gialla o bianca. La scoperta è stata annunciata di recente da un gruppo di ricercatori di tre diversi Istituti di ricerca italiani. Tra questa c’è anche il Centro Enea di Rotondella.

A pubblicare l’innovativo contenuto dello studio è stata, nelle scorse settimane, la prestigiosa rivista scientifica Plant Molecular Biology Reporter. Potranno fregiarsi dell’importante scoperta, oltre ai ricercatori della Trisaia, anche quelli del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna e l’Unità di Ricerca per la Frutticoltura del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura di Forlì.

La cosa peserà non poco, anche in termini di mercato. Chi opera nel settore, infatti, sa bene quanto l’elemento cromatico incida nella selezione delle diverse qualità di frutta e del loro piazzamento sui mercati. Particolari preferenze, per esempio, vanno ai frutti bianchi, in relazione all’intenso aroma che li caratterizza. Dal punto di vista biochimico, era già stata descritta una dipendenza diretta fra colore della polpa e contenuto in carotenoidi (una classe di pigmenti organici), ma lo studio del gruppo di ricerca ha messo in evidenza, in particolare, il controllo operato da un singolo gene, responsabile della codifica dell’enzima CCD4 (carotenoid cleavage dioxygenase), che ha la capacità di degradare i carotenoidi.

È proprio questa degradazione a determinare la variazione di colore della polpa. La scoperta può generare importanti ricadute pratiche, per quanti operano nel settore del miglioramento genetico e nella selezione di nuove varietà di pesco. Grazie agli strumenti di analisi del Dna messi a punto, infatti, sarà possibile selezionare precocemente le piante sulla base del colore della polpa senza dover attendere il tempo necessario per la loro messa a frutto. 

E’ piuttosto diffusa l’idea del Centro Enea di Trisaia come un ambiente di inerzia operativa, vero luogo di parcheggio per il mantenimento di posti di lavoro o una sorta di ammortizzatore sociale senza effettivi scopi di ricerca e di pubblica utilità, soprattutto dopo il referendum del 2011 che ha di fatto bloccato l’avvio dell’Agenzia nucleare. Scoperte come questa dimostrano che tale pregiudizio merita, quantomeno, di essere messo in discussione. Esistono vari tipi di pesche: la pesca vera si distingue dalle altre grazie alla peluria che ha sopra la buccia, le peschenoci si differenziano grazie al glabro (una buccia liscia) e le pesche percoche che vengono utilizzate esclusivamente per la produzione industriale. Le pesche si possono differenziare anche in base alla distanza della polpa dal nocciolo.

Si chiamano spiccagnole le pesche che hanno il nocciolo aderente alla polpa. Si chiamano invece duracine, se la polpa è staccata  dal nocciolo. La pesca è un frutto molto profumato e saporito grazie ad alcuni composti chimici: il liniolo,il geraniolo, l’acido formico e l’acetaldeide.

provinciamt@luedi.it

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