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CUTRO – C’è un video realizzato da un privato (VISUALIZZA IL VIDEO) che attesta che una conca d’acqua putrida nelle immediate adiacenze del depuratore della vicina Botricello, ben visibile il 24 maggio scorso, lo scorso 18 luglio era stata coperta con cumuli di sabbia, probabilmente mediante l’utilizzo di una pala meccanica. Inquietante l’interrogativo sullo sfondo: che fine hanno fatto i liquami? 

Il documento è stato acquisito dai carabinieri di Cutro che stanno indagando su presunti riversamenti di scarichi e reflui in mare nel tratto costiero della frazione Steccato. Secondo l’ipotesi formulata dal denunciante, quell’alterazione dello stato dei luoghi o presunta tale potrebbe aver provocato i fenomeni d’inquinamento al centro di un’estate rovente non solo per le elevate temperature ma anche per le polemiche sulla gestione del territorio da parte delle amministrazioni locali. Il problema è sempre lo stesso. Quel tratto di mare è sorvegliato speciale per la presenza di una scia melmosa che ad orari quasi fissi, tutte le mattine, tra le 11 e le 12, si materializza tra i bagnanti inorriditi, nel periodo estivo. 
Le piogge degli ultimi giorni e i materiali portati in mare dal fiume Tacina non contribuiscono a vederci chiaro sulle cause del torbido, oggi. Ma le segnalazioni di mare sporco che nell’estate scorsa arrivavano al Comune di Cutro a più non posso, insieme al video consegnato ai militari dal solerte cittadino, potrebbero forse contribuire ad appurare eventuali responsabilità. L’unica cosa certa, al momento, è che dalla scorsa estate i segugi dell’Arma sono a caccia dell’origine delle chiazze che rovinano le vacanze a quanti scelgono la costa che ha guadagnato tre vele sulla guida di Legambiente. Il comandante dei carabinieri di Cutro, il maresciallo Francesco Roma, aveva, infatti, chiesto, all’inizio della scorsa estate, una serie di informazioni a varie istituzioni. In particolare, aveva chiesto alla Capitaneria di porto di Crotone di compiere sopralluoghi presso i depuratori di Botricello e del villaggio turistico Praialonga. E aveva chiesto all’Arpacal la trasmissione di esiti di eventuali accertamenti nel mare di San Leonardo e Steccato di Cutro per appurare la presenza o meno di sostanze inquinanti o scarichi. 
Agli uffici tecnici comunali di Cutro e Isola, inoltre, i carabinieri avevano chiesto l’invio della documentazione sulla tubazione relativa agli scarichi fognari limitrofi o riconducibili al villaggio Praialonga con l’indicazione anche dell’autorità che ha commissionato i lavori. I carabinieri di Cutro avevano, inoltre, chiesto una mano ai loro colleghi della Stazione di Belcastro al fine di accertare se il villaggio turistico Nirvana fosse regolarmente dotato di un impianto o di una rete di collegamento per lo scarico fognario e se questo giungesse direttamente in mare. Buona parte di questa attività, da quanto è stato possibile apprendere, è stata espletata. Altro elemento alla base di un possibile fenomeno di inquinamento potrebbe essere la presenza anomala di un tubo del diametro di circa 15 centimetri, occultato da poca sabbia e visibile anche tramite Google Earth, che risulterebbe essere attacco fognario o prolungamento degli scarichi di Praialonga.
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