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Nonostante si trovasse agli arresti domiciliari per aver picchiato brutalmente l’ex convivente il 16 agosto scorso, un uomo di 47 anni, di Ferrandina (Matera), ha continuato a inviarle messaggi telefonici con lusinghe, richieste di aiuto e pressioni per convincerla a ritrattare le accuse, ed è stato così nuovamente arrestato e trasferito in carcere.
L’aggressione della notte del 16 agosto avvenne per motivi banali, connessi alla gelosia dell’uomo: la coppia era in auto quando la violenza dell’uomo costrinse la donna a fermare la vettura, cercando di limitare le botte ricevute. Alla fine, la donna riuscì a scappare (l’uomo aveva anche danneggiato l’auto e le aveva sottratto il telefono cellulare) e ad avvertire i Carabinieri. In ospedale, i medici giudicarono guaribili in due settimane le sue ferite. L’uomo, dagli arresti domiciliari dove si trovava, ha continuato a fare pressioni psicologiche sulla donna e il pm ha chiesto l’aggravamento della misura cautelare, ottenendola dal gip, che ha ordinato la reclusione in carcere per l’indagato. (ANSA).

FERRANDINA – Era stato arrestato dai carabinieri dopo aver barbaramente picchiato la propria fidanzata, una ragazza di Policoro, requisendole il cellulare per impedirle di chiedere aiuto. E’ accaduto il 16 agosto scorso, lungo la Statale 7, al culmine di un raptus di gelosia, dopo una serata trascorsa con amici a Matera.

L’uomo, un ferrandinese di 47 anni, era stato arrestato per lesioni e si trovava ai domiciliari, ma pare non si fosse rassegnato e in questi mesi ha iniziato a bersagliare la donna con sms di conciliazione, anche per distoglierla dal perseguirlo penalmente per i suoi reati.

Così, i carabinieri del Comando Stazione di Policoro, supportati dai colleghi della Compagnia Carabinieri di Pisticci, nella tarda mattinata di venerdì,  hanno tratto in arresto P.S., censurato, già sottoposto agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di lesioni personali aggravate, danneggiamento aggravato, maltrattamenti in famiglia  e atti persecutori.

La brutale aggressione era scaturita alle ore 5.30 circa del 16 agosto lungo la Ss 7 Matera – Ferrandina, quando l’uomo, che  si trovava con l’allora sua ex convivente, si stava recando a Ferrandina dopo aver trascorso una tranquilla serata nella città dei Sassi. Per futili motivi connessi a fattori di gelosia, l’arrestato aggredì con schiaffi e pugni al viso la donna, mentre era alla guida della sua utilitaria, costringendola ad arrestare la marcia ed a sostare in una piazzola di sosta. Vani i tentativi della donna di calmare il suo aggressore che ad un certo punto, fuori controllo, la colpì nuovamente alla testa, verosimilmente con una chiave, provocandole una ferita lacero contusa.

Successivamente, dopo essersi allontanato e poi riavvicinato all’autovettura della donna, che  aveva danneggiato con calci e pietre in preda ad una violenza incontrollata, sferrò anche all’indirizzo della donna un ulteriore colpo con una pietra a uno zigomo, provocandole un fortissimo trauma facciale. A quel punto la donna, in preda alla totale paura, provò a chiamare i carabinieri, tentativo che reiterò diverse volte a causa del disturbo creatole dall’uomo, che le sottrasse anche il cellulare per impedirle di allertare i soccorsi. Solo in quel frangente la vittima decise di darsi alla fuga con la propria autovettura, lasciando l’uomo lungo l’arteria stradale.

Una volta giunta a Policoro, ferita e sconvolta  per i fatti di cui era rimasta vittima, contattò nuovamente  dalla propria abitazione i carabinieri  della Stazione di Policoro, che raccolsero dettagliatamente la sua inquietante testimonianza relativa all’aggressione subita, inviando presso la sua abitazione personale dipendente ed allertando le altre pattuglie dell’Arma operanti in Ferrandina e Policoro per le ricerche del 47enne.  Inoltre, personale in abiti civili accompagnò la donna in tutta sicurezza presso l’ospedale di Policoro, dove i sanitari riscontrando le lesioni patite, la giudicarono guaribile in 15 giorni. Successivamente, gli investigatori hanno rintracciato l’uomo presso la propria abitazione di Ferrandina, all’interno della quale è stato rinvenuto il telefono cellulare sottratto con violenza alla convivente, traendolo in arresto e sottoponendolo agli  arresti domiciliari. L’ultima misura cautelare, insieme a un altro provvedimento restrittivo di aggravamento della misura cautelare, è stata  emessa il 13.11.2013  su richiesta del Sostituto Procuratore Annafranca Ventricelli, visto che l’uomo ha reiteratamente  violato il divieto di comunicare con persone diverse da quelle con lui coabitanti  o che lo assistono inviando numerosi messaggi telefonici all’indirizzo della ex convivente contenenti lusinghe e richieste di aiuto, quindi continuando a manipolarla e ad esercitare pressioni psicologiche nei suoi confronti al fine di convincerla a ritrattare il contenuto delle deposizioni rese ai carabinieri.

provinciamt@luedi.it

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