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Silvio Greco, biologo marino

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COSENZA – Chi sarà il supertecnico che completerà la giunta Occhiuto? Le indiscrezioni ovviamente fioccano e vanno da Guido Bertolaso in giù. Nel “menù” c’è anche il biologo marino Silvio Greco, che dirige la stazione zoologica “Anton Dohrn” di Amendolara.

Prof, per caso è lei il super-tecnico?

«No, no (ride..) sono un supertecnico, ma non sono io quello cui pensa Occhiuto».

Anche perché lei è di sinistra…

«No guardi, non sono di sinistra, sono comunista».

E questo la mette definitivamente fuori dai giochi…

«Mah io credo che ci sia stato un equivoco di fondo. Ho conosciuto Occhiuto i primi di settembre perché è venuto a visitare il nostro centro. Gli ho detto subito che non avrei votato per lui. Quando Occhiuto parla di una collaborazione con me non penso si riferisca alla mia persona, ma al centro di cui sono direttore pro tempore. Quindi escludo categoricamente di diventare assessore. Garantisco invece che la giunta regionale avrà ogni supporto dal centro, com’è normale che sia per i corretti rapporti istituzionali e, ovviamente, per il bene della Calabria. Ma parliamo del centro, non della mia persona».

In realtà non si è capito bene che c’entrano gli studi che state eseguendo sul mare e la depurazione…

«Molto. Qui abbiamo 25 ricercatori, che abbiamo finanziato con una borsa di studio di 2,7 milioni di euro. Vengono da tutte le università italiane, due università europee e una inglese e studiano il mare e i problemi dell’inquinamento. In questo momento, ad esempio, stiamo facendo un lavoro per una Procura della Repubblica con il quale analizziamo il Dna di alcuni organismi marini per studiare il livello di inquinamento delle acque. Anche la vicende delle alghe, su cui qualcuno stupidamente ironizza, invece è indice dell’inquinamento marino».

I depuratori, però, sono altra cosa…

«Anche su questo abbiamo degli studi innovativi interessanti».

Senta, lei è stato già assessore regionale all’Ambiente con Loiero presidente. Possibile che in tutti questi anni non siamo riusciti a risolvere il problema della depurazione?

«In realtà il problema è che in Calabria per anni abbiamo sbagliato approccio, è mancata la visione complessiva del sistema. Tutti si sono concentrati sul mare, senza guardare le aree interne. Pensi solo nella zona di Rosarno dove ci sono una serie di comuni che non sono nemmeno collettati. Poi c’è anche il problema dei depuratori. Quando ero assessore all’Ambiente ho scoperto che in Calabria ci sono 409 impianti, praticamente uno a Comune. Alcuni non erano nemmeno allacciati, non alla rete fognaria, ma a quella elettrica. Altri impianti sono obsoleti, in tanti casi i comuni non hanno le risorse finanziarie e umane per la loro gestione. Qui subentrano i privati che naturalmente non sempre hanno, diciamo così, comportamenti lineari ad esempio nello smaltimento dei fanghi. Infine c’è il problema degli impianti sotto-dimensionati ovvero tarati sulla popolazione invernale che d’estate esplodono».

E come se ne esce?

«Lavorando. Guardi che le risorse ci sono. Sono ferme nei cassetti per le difficoltà di progettazione dei comuni. Io da assessore ero riuscito a recuperare circa 60 milioni di euro che ho investito negli impianti. Era il 2011, mi pare che negli anni successivi il mare calabrese fosse abbastanza pulito. Certo, ripeto che serve un’idea complessiva di sistema che parta dalle aree interne e arrivi al mare e c’è bisogno di supportare i comuni. Se poi vuole, vado anche oltre. Dico che per me in determinati settori dovrebbe essere tutto pubblico perché non sempre hai la possibilità/capacità di controllare i privati».

E sui rifiuti?

«Anche qui la soluzione è semplice. Io ero al fianco del commissario Sottile quando a Roma smaltivamo ogni giorno 4800 tonnellate di rifiuti; un po’ di più di quelli che produce giornalmente la Calabria. Anche qui bisogna investire sugli impianti. Trovo assurdo esportare i nostri rifiuti fuori regione. Se calcolassimo quanto spendiamo ogni anno per questo turismo dei rifiuti, sa quanti impianti avremmo potuto fare?».

Anche qui serve il coraggio delle scelte. L’impianto si fa qui e basta…

«Capisco sia complicato, ma il coraggio è uno dei requisiti della politica».

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