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Palazzo Campanella

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È iniziata ieri in commissione Bilancio a Palazzo Campanella l’esame del bilancio di previsione della Regione Calabria per il triennio 2023/2025. La mole di pratiche al voto è importante, perché comprende anche il rendiconto (post giudizio di parifica della Corte dei Conti), il bilancio consolidato, la legge di Stabilità, il documento di economia e finanza regionale.

In commissione ieri ci si è limitati alla presentazione delle pratiche, per lasciare il tempo ai consiglieri di studiare i documenti e proseguire la discussione domani. Per ora l’elemento – non propriamente nuovo, in verità – balzato agli occhi è lo scarso margine di manovra che offre il bilancio regionale. Su 5,8 miliardi – al netto delle contabilità speciali, dell’anticipazione di cassa e del fondo pluriennale vincolato – quasi il 70 per cento è destinato alla sanità.

«Ci sono, però, tante altre problematiche da affrontare – ha commentato ieri in commissione Raffaele Mammoliti (Pd) – Le risorse destinate al trasporto pubblico, alla forestazione, a Lsu e Lpu, ai centri per l’impiego e al precariato sono sufficienti?».

Nei fatti «la situazione finanziaria regionale continua a presentare in maniera sempre più marcata una caratteristica dicotomica e contraddittoria – si legge nella relazione che accompagna il bilancio preventivo – Per un verso esiste, anche e soprattutto in prospettiva, un quantitativo ingente di risorse di natura vincolata per investimenti (Por, Pac, Fsc, Pnrr) che rappresentano una grossa opportunità per lo sviluppo e la crescita, anche occupazionale, della Regione, mentre per altro verso la disponibilità delle risorse autonome, pari al momento a poco più del 13% dell’intero bilancio regionale non consente, senza l’adozione di riforme strutturali, l’attuazione di politiche espansive da realizzare con scelte di natura discrezionale da parte del Consiglio e della Giunta».

A rendere ancor più asfittiche le casse regionali i «gravosi» tagli ai trasferimenti statali e la necessità di utilizzare per il bilancio della sanità (che può contare su un fondo sanitario di 3 miliardi e 346 milioni di euro) anche parte dei tributi regionali: su 1 miliardo 156 milioni di euro, vanno alla sanità, tra finanziamento del servizio e ripiano del debito, 403 milioni circa.

Campanello d’allarme poi per il comparto forestale. «Manca al momento il rifinanziamento a carico dello Stato dei progetti di difesa del suolo e per la tutela ambientale realizzati dai lavoratori idraulico-forestali. La cifra di 10 milioni di euro che nella attuale stesura del Bilancio statale è stanziata per il 2023 è assolutamente insufficiente per il fabbisogno del Settore – si legge nella relazione al bilancio regionale – È necessario, quindi, che il Governo garantisca per tempo la copertura finanziaria degli interventi previsti nel comparto, altrimenti non finanziabili con le sole risorse autonome del bilancio regionale».

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