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Il quartiere Bucaletto, alle porte di Potenza, è invaso da rifiuti, topi e insetti. Per gli incivili il rione è una discarica. E gli enti «fanno a scaricabarile»

POTENZA – I cittadini di Bucaletto hanno avuto la conferma qualche giorno fa di vivere in un’altra città. La frase, pronunciata in consiglio comunale dalla capogruppo di Fratelli d’Italia, Carmen Galgano – «la città non è mai stata così curata» – li ha fatti sobbalzare, perché dal loro punto di vista le cose non stanno esattamente così. E come dar torto a chi vive circondato dai rifiuti, non apre le porte e le finestre per paura dei topi e degli insetti che si aggirano tranquilli tra i cumuli di sacchetti e materassi? Perché i prefabbricati smantellati sono diventati delle vere e proprie discariche, dove si può trovare di tutto, dai mobili ai materassi, dai cocci di vetro sparsi alle lamiere di amianto rotte che spargono lana di vetro senza che nessuno intervenga.

“Non ci siamo mai sentiti tanto lontani dalla città”

«Non ci siamo mai sentiti tanto lontani dalla città – dicono – le strade sono oramai un’unica buca, al verde vicino ai prefabbricati dobbiamo pensare noi da soli per garantirci un minimo di igiene». Vicino alla cooperativa sociale “La mimosa”, sul marciapiedi, si può assistere addirittura al lancio della spazzatura. «Persone che vengono anche da altri rioni, con mobili, materassi, sacchetti. Alcuni non si fermano neppure, lanciano il sacchetto dal finestrino. E se finisce in uno degli spazi abitati pazienza, per loro quella è una discarica».

E contro chi ha provato a protestare per l’inciviltà di questi gesti, anche minacce e aggressioni verbali: «Lo fanno tutti – la risposta tipica – lo faccio pure io». Così al dramma di vivere in mezzo alla spazzatura – presente in forma di discarica in più punti – si aggiunge anche la paura. E non è che il Comune o l’Acta non conoscano la situazione: «Lo sanno bene, ma fanno a scaricabarile. La competenza non abbiamo ancora capito di chi è. Intanto qui si abbandonano liberamente rifiuti di notte e di giorno e non c’è un solo controllo, una telecamera. E’ questa la città che loro reputano curata?».

La fiducia persa da decenni

Ancora in itinere i lavori al parco giochi. C’è una montagnola di frammenti di gomma di vari colori, ammucchiati uno sull’altro alla rinfusa, pezzi della pavimentazione precedente. Poi c’è un lungo muro di sacchi di materiale ignoto, tenuti insieme da un telo di plastica. Infine, grandi fogli di plastica gettati per terra, arrotolati e attorcigliati. Un cestino per rifiuti mostra un disegnino osceno. Il parco è circondato da un’alta recinzione che impedisce l’accesso.

Sul cartello dei lavori si legge che la data di ultimazione è prevista il 18 settembre prossimo. Ma qui la fiducia è andata persa decenni fa: «Ogni tanto si vede un operaio, lo finiranno forse un mese prima delle elezioni, quando torneranno a chiedere il voto. Sembrano tutti motivati prima, ma poi quando si siedono su quella poltrona spariscono. E comunque un parco giochi va consegnato ai bambini in estate, non quando inizierà il cattivo tempo e neppure potranno andarci a giocare».

All’idea della casa, una vera, ormai neanche ci credono più. Ma ora il problema non è neanche più quello. Perché ora la priorità è avere quel minimo di servizi che ai cittadini che vivono dall’altra parte del raccordo vengono garantiti: «All’inizio qui a Bucaletto era bello – dicono – eravamo come in una grande famiglia e stavamo attenti a curare quello che avevamo. Poi siamo diventati una discarica anche umana, hanno buttato in questi prefabbricati tutti i problemi che in città non volevano. E oggi non c’è più quell’amore per il quartiere che noi avevamo: vedi extracomunitari andare a buttare sulle strade la spazzatura caricata sulle cariole». E se quando «vedi pulito lasci pulito», quando vedi sporcizia ovunque, smetti di pensare che quello sia un rione, con piazze, parchi e pista ciclabile. Vedi solo una discarica dalla quale ti sembra impossibile scappare.

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