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La sede della Croce rossa di Crotone

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CROTONE – C’è un caso “Crotone.” Il Comitato Croce Rossa di Crotone è stato nuovamente commissariato, a distanza di due anni e per la terza volta nell’arco di otto anni, a causa di «una preoccupante situazione sia associativa sia amministrativa-gestionale, tale da ritenere opportuno un intervento sulla governance territoriale».

Leggasi: assunzioni familistiche, stipula di un vietatissimo sub-comodato con l’Asp per 5 mila euro mensili, una scarsa (se non totale) assenza di attività di volontariato e associativa, l’aggressione subita dal consigliere Giuseppe Salatino, eccetera. La lista delle violazioni commesse è lunga.

Il consiglio direttivo nazionale, presieduto dall’avvocato Francesco Rocca, ha nominato quale commissario con poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione la volontaria Cri, Pia Cigliana, che è una consigliera nazionale. Nel pomeriggio di ieri, presso la sede di via Saffo, è avvenuto il passaggio delle consegne tra lei e il presidente uscente, Sergio Monteleone.

L’esito dell’ispezione, eseguita il 26 ottobre scorso dagli uffici del Segretariato generale, non ha lasciato possibilità di scelta al consiglio direttivo, anche perché «il presidente non ha chiarito le contestazioni ricevute, fornendo scarse e inidonee giustificazioni a riguardo», stando a quanto si legge nel relativo atto. La gestione commissariale era l’unica soluzione possibile. La commissaria Cigliana, essendo dotata di una grande esperienza, è ritenuta in grado dai vertici romani di indirizzare il Comitato verso una solida pianificazione sia programmatica che gestionale.

Il commissariamento durerà sei mesi. Alla scadenza dei sei mesi, stante il mandato ricevuto, la presidente del Comitato regionale Calabria, Helda Nagero, indirà le elezioni per il rinnovo delle cariche associative del Comitato Cri di Crotone. A questo punto, è opportuno ricordare che i due commissariamenti precedenti risalgono al 2013 e al 2019. A distanza di appena due anni, il Comitato è ricaduto in gravi errori. Oltre alle nuove assunzioni, riguardanti parenti stretti dei vertici crotonesi (ora commissariati), madre, padre, fratello, cognata, è emerso, per esempio, che l’attività di volontariato e associativa è stata svolta «per la quasi totalità sempre dalle poche decine di volontari di cui buona parte risulta, sistematicamente, assunta a rotazione come dipendente con contratto a tempo determinato».

Gli ispettori hanno riscontrato, in sintesi, l’assenza di una ripresa dell’attività di volontariato e associativa rispetto al 2019. I volontari Cri crotonesi “autentici”, rimasti schiacciati dalle circostanze, continuano a confidare in una svolta. Alcuni di loro pongono il seguente quesito: il Comitato regionale avrebbe dovuto vigilare? Si chiedono, pertanto, se sia un caso che la Cri romana abbia scelto quale commissaria una consigliera nazionale. Anche per la gestione del Cara Sant’Anna ha optato, nei mesi scorsi, per una commissaria ad acta “non calabrese“, Serena Corniglia.   

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