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Vito Pitaro

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VIBO VALENTIA – La notizia è iniziata a circolare in serata ed ha trovato conferma negli ambienti vicini al diretto interessato: Vito Pitaro sarebbe fuori dalla competizione elettorale.

L’avvocato vibonese sembrerebbe dunque destinato a non correre per alcuna lista a sostegno di Roberto Occhiuto, neanche in quella del “Presidente” per come sembrava ormai certo. Non è ancora chiaro chi abbia materialmente preso la decisione – qualora venisse confermata – ma resta il fatto che il partito di Forza Italia abbia deciso di sbarrare la strada per una sua eventuale riconferma a palazzo Campanella. Così come non sono chiare le motivazioni alla base della scelta.

Vero è che ci sono ancora 48 ore per trovare un possibile accordo ma da quel che filtra il margine sembrerebbe alquanto risicato. Pitaro, quindi, sarebbe destinato ad assistere alla competizione elettorale per il rinnovo del consiglio regionale da spettatore, e questo potrebbe portare ad implicazioni di non certo irrilevante importanza.

Ad esempio al Comune capoluogo dove il suo gruppo “Città futura” con la presenza di sei consiglieri consente all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo, in quota Forza Italia, di rimanere a galla. Ma che ci siano frizioni tra l’esecutivo di Palazzo Razza, per la quasi totalità dei suoi componenti espressione del senatore Giuseppe Mangialavori, e quello di Pitaro è ormai quasi di pubblico dominio. Frizioni che si manifestavano, seppur sottobanco da tempo, ma che sono venute alla luce del sole il 2 luglio scorso quando Città futura ha fatto cadere il numero legale del consiglio comunale.

La motivazione ufficiosa in realtà abbraccia una serie di aspetti andati ad incancrenirsi col tempo: dalla scarsa considerazione degli assessori in quota azzurra nei confronti dei consiglieri pitariani (doglianza reiterata più volte in questi giorni) alla circostanza di essere messi davanti al fatto compiuto in relazione ad iniziative della giunta; ma quella maggiore risiedeva nell’assenza di un aperto sostegno dei maggiorenti del partito nei confronti dell’avvocato vibonese per la sua candidatura. Avvocato il cui nome è stato pronunciato da alcuni collaboratori di giustizia vibonesi nell’ambito del processo “Rinascita-Scott”.

Ma c’è anche un’altra ipotesi sul tavolo: che Pitaro sia rimasto in qualche modo bloccato a causa di altre candidature che hanno costretto il coordinatore regionale Mangialavori a rinunciare a quello che nel vibonese è il suo alleato principale.

Ma se tale circostanza non fosse quella reale, resta la prima ed evidentemente, in questi ultimi giorni la situazione è arrivata ad un punto di rottura che starebbe precludendo a Pitaro la possibilità di presentarsi alla corsa elettorale. Anche se c’è da precisare che la politica è l’arte del possibile, e un accordo in extremis a 48 ore dalla chiusura delle liste, può in linea teorica e pratica anche essere raggiunto.

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